Osservatorio Civic Brands: 1 persona su 2 è attenta ai comportamenti civici delle marche

Nel corso degli ultimi anni l’Osservatorio Cvic Brands, progetto editoriale e di ricerca nato dalla collaborazione tra Ipsos e Paolo Iabichino, ha registrato una profonda trasformazione nel rapporto tra le aziende e i cittadini.

Cresce la domanda alle imprese di uscire da una logica legata unicamente al profitto e di essere più attente al benessere della società, domanda ulteriormente aumentata in un momento di forte incertezza e difficoltà come l’attuale.

Il tema del civismo di marca è stato al centro di ‘No Purpose, Non Party’, ieri a Milano, durante il quale è stata presentata l’ultima rilevazione condotta da Ipsos. Il 56% dei rispondenti dichiara di essere attenta ai comportamenti in ambito sociale, culturale o politico da parte delle aziende e chiede che l’attivismo dei brand si traduca in un supporto tangibile al consumo.

Il 79%, infatti, sostiene che aziende e marche, in questo momento, dovrebbero agire per contribuire a frenare il continuo aumento dei prezzi.

Rispetto all’edizione dell’anno precedente cresce il numero delle persone che dichiarano di non credere all’attivismo delle marche, percependo dichiarazioni di impegno come un modo per “lavarsi la coscienza” (56%, +5 pp) e quasi la metà delle persone dichiara di aver smesso di comprare prodotti e servizi perché deluso dal comportamento delle aziende in ambito civico (+3 pp). L’appuntamento ha anche inaugurato la nuova edizione di ‘2030: 20 brand in 30 minuti’, creato per raccontare il civismo di marca attraverso la voce diretta delle aziende.

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Osservatorio Civic Brands: 1 persona su 2 è attenta ai comportamenti civici delle marche ultima modifica: 2023-03-02T11:06:31+01:00 da Redazione

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