L’Edelman Trust Barometer 2023 promuove aziende e ceo come guida del cambiamento

Secondo la nuova edizione dell’Edelman Trust Barometer, in Italia l’indice di fiducia generale è ancora in calo (-3 pp rispetto allo scorso anno) e le imprese continuano a guidare la classifica tra le istituzioni. Le aziende, con 57 punti, restano il baluardo della fiducia degli italiani e ancor meglio fanno le imprese familiari, a quota 64 punti, sebbene ne perdano 4 rispetto al 2021.

La ricerca che da oltre 20 anni studia il rapporto di fiducia tra i cittadini e 4 tra le principali istituzioni che operano nella società – governo, affari, media e ong – rileva una discesa dell’ottimismo per le prospettive economiche da qui a 5 anni: passa, infatti, dal 17% al 18% la quota di chi pensa che tra 5 anni la situazione per sé e la propria famiglia sia migliore. Il dato italiano è in linea con il trend globale che tocca tutti i paesi, tra il maggiore ottimismo di Usa (36%) e Uk (23%), in cima alla classifica, e la maggiore sfiducia di Germania (15%), Francia (12%) e Giappone (9%) che occupano le posizioni più basse e precedono l’Italia al quart’ultimo posto.

Lavoro, inflazione, clima. Tra le principali preoccupazioni personali degli italiani c’è il posto di lavoro (per il 95% dei rispondenti) seguito dall’inflazione (78%), ma preoccupa sempre di più la crisi climatica (82%) cui si aggiungono i timori per una guerra nucleare (79%) e la carenza di energia (77%).

Nessun guadagno. Il mondo degli affari ottiene il punteggio più alto (57 punti) tra le istituzioni monitorate dall’Edelman Trust Barometer, con 2 pp in meno rispetto all’edizione precedente. Perdono punti, però, anche le ong (-5) e si attestano a quota 49, i media (-3) con 47 punti e il governo (-3) con 46 punti.

Fiducia di prossimità: è quella che gli italiani riservano in misura maggiore alle persone che sentono più vicine. Si tratta dei colleghi di lavoro (67 punti), i vicini (55), il CEO dell’azienda per cui lavorano (55), le persone che fanno parte della propria comunità locale (52), i connazionali. Nella parte più alta della classifica si collocano ancora gli scienziati (77 punti), in quella più bassa stanno sempre leader politici (35 punti) e giornalisti e amministratori delegati alla pari con 33 punti.

Media in risalita, social in calo. Rispetto alla rilevazione precedente, i motori di ricerca restano la fonte di notizie più credibile per gli italiani con 63 punti (+1), seguiti dai media tradizionali con 53 punti (+1) e dai media di proprietà delle aziende con 37 punti. Trend discendente, invece, per i social che chiudono a 31 punti e ne perdono 14 rispetto a 10 anni fa.

Rischio polarizzazione. Lo studio rileva per l’Italia numeri più alti a livello globale in termini di ‘trinceramento’, ovvero la convinzione che sarà molo difficile trovare una soluzione alle divisioni, portando il nostro paese in una zona definita a rischio polarizzazione insieme con altri paesi come Francia, Regno Unito, Germania e Paesi Bassi in Europa e, nel resto del mondo, Brasile, Sud Corea, Messico, Giappone.

Gap economico. Come nelle altre edizioni, il Trust Barometer segnala la profonda divisione tra chi ha e chi non ha. Le persone che si trovano nel primo quartile per reddito vivono realtà diverse rispetto a quelle che si trovano nell’ultimo: in Italia chi ha un reddito maggiore ha un livello di fiducia generale più alto (59 punti), mentre la disuguaglianza economica produce una sfiducia maggiore (46 punti). Un’ottima ragione, segnala lo studio, per investire in compensi più equi, formazione e nelle comunità locali.

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L’Edelman Trust Barometer 2023 promuove aziende e ceo come guida del cambiamento ultima modifica: 2023-02-13T10:55:59+01:00 da Redazione

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