Comprendere il sentire radicale della Gen Z, unica strategia di riparazione per un mondo che cade a pezzi

Francesco Morace e Linda Gobbi raccontano nel nuovo libro ‘Ma quale Gen Z?’, edito da Enea, raccontano come gli under 30 vivono il presente e come l’ascolto, la sfida creativa, la poetica del quotidiano, l’energia vitale siano fondamentali per rigenerare questo mondo impazzito

di Francesco Morace, presidente Future Concept Lab

Il mondo cade a pezzi e l’unica possibile strategia di riparazione passa dall’ascolto delle nuove generazioni. Anche per questo l’universo GenZ popolato dagli under 30 merita un’interpretazione speciale, con chiavi di lettura originali che intercettino il loro vissuto.

Sincronie e sincretismi sono i fenomeni psico-culturali che caratterizzano i contorni del loro mondo, plasmato dal digitale, in cui sincronismo spaziale (tutto converge in un unico luogo fisico e/o virtuale) e sincretismo temporale (ogni istante del passato si vive qui, nel tempo presente) ne regolano l’esperienza – spesso localizzata nello schermo degli smartphone.

Nei 4 nuclei che con Linda Gobbi raccontiamo in ‘Ma quale Gen Z?’, pubblicato da Egea, il futuro si allontana, le distanze si annullano, le esperienze geo-culturali si attualizzano, riconducendo l’avventura quotidiana a un qui e ora che corrisponde a un sentire radicale che viene ricercato anche in luoghi lontani, che giustificano il viaggio e l’avventura.

Il filtro culturale del qui e ora permette una magica compresenza, un concentrato di pensieri e parole in un paesaggio ad alta intensità vitale. Le esperienze e le emozioni personali e collettive non si distribuiscono in un tempo lungo, ma si addensano in un presente esplosivo. È così che la Gen Z vive l’esperienza presente: come un laboratorio di vita in cui gli stimoli vengono raccolti e raccontati in tempo reale, attraverso la condivisione delle immagini e delle emozioni.

Abracadabra. Per essere radicali e immediati nel sentire, come vogliono le ragazze e i ragazzi, bisogna dunque praticare le regole del sincretismo culturale, creando connessioni inaspettate tra mondi diversi. La rete che essi tendono nel presente, come ragni alla ricerca di una preda, li protegge ed evita che precipitino nel futuro, che rischia di trasformarsi in un buco nero. E allora bisogna nutrire la rete del ragno, con una molteplicità di stimoli da vivere nel presente: con una sincronia e un sincretismo che hanno la potenza di un Abracadabra, una magia che si incardina su una potente emozione collettiva di intensità, generando emozioni memorabili, spiazzanti, gratificanti.

Il suo significato etimologico che deriva dall’aramaico – come spiega Andrea Vitullo nel suo libro ‘Abracadabra’ – è appunto ‘Io creo mentre parlo’: ed è per questo che bisogna dare voce ai protagonisti della Gen Z. Come fossero artisti del movimento Fluxus che all’inizio degli anni ’60 raccoglievano nei loro happening spezzoni di video e performance che definivano l’accadere.

Nel libro lo indichiamo con forza: il mondo impazzito va rigenerato con l’ascolto, la sfida creativa, la poetica del quotidiano, l’energia vitale dei ventenni. È tornato il tempo di guardare ai loro gesti creativi e giocosi come l’unica terapia possibile, puntando su nuove parole, nuovi concetti, nuove combinazioni lontane da qualsiasi ideologia. Ci sono i mezzi, le conoscenze, le intelligenze e le risorse per un ribaltamento di prospettiva. Evitando lo schiacciamento sul presente o peggio il ripiegamento nel passato.

Pensare la magia del futuro significa rischiare, battere territori sconosciuti, sfidare angosce e ansie, puntare sulle proprie vocazioni con coraggio e intraprendenza. E qui arriva l’elemento nuovo, l’effetto sorpresa che da ricercatori possiamo segnalare e che lancia un segnale credibile di speranza: la centralità dell’avventura, intesa come performance.

Lo scenario del viaggio permette infatti un incrocio generativo tra le dimensioni del tempo e dello spazio con quel “radicalismo del sentire” che già caratterizza la Gen Z.

L’estensione geografica dell’immaginario giovanile porta infatti questa generazione a una apertura mentale low cost (come i viaggi aerei che riescono a garantirsi), in grado di liberare da preconcetti, alimentando un interesse appassionato e non ideologico per la diversità. Affamati di cose nuove anche dal punto di vista culturale e artistico, esplorando nuovi territori dell’esperienza, trovando nutrimento in tutto ciò che li sfida a sperimentare e poi imparare a essere più bravi in qualcosa, migliorando nel tempo.

Molti di loro desiderano esprimere sé stessi e seguire le proprie passioni entrando in contatto con persone diverse da loro per scoprire affinità elettive inaspettate, e lo fanno divertendosi, mantenendo il controllo del proprio tempo, passando da una dimensione all’altra, da un linguaggio all’altro: sarà il loro sentire radicale ad alimentare in modo sano il nostro bisogno di salvezza.

Comprendere il sentire radicale della Gen Z, unica strategia di riparazione per un mondo che cade a pezzi ultima modifica: 2025-02-28T11:07:06+01:00 da Redazione

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