Allo IAB Forum in corso si confermano driver di crescita video, mobile, social, search e programmatic
Vale 2 miliardi di euro la pubblicità digitale in Italia, in crescita del 12,7% rispetto al 2013 e con una quota pari al 25% del mercato pubblicitario. Questi i dati pubblicati durante la prima giornata dello IAB Forum, in corso anche oggi a Milano, edizione ispirata quest’anno al concept “Inspiring Digital Ideas” e caratterizzata per volontà del nuovo direttivo da una visione più ampia, meno ‘trade’, con interventi esterni al settore come quello di Roberto Saviano e il focus di oggi sulle startup, venture capital e innovazione a largo spettro.
Se il ruolo dei driver di crescita (mobile, video e programmatic, insieme al search) identificati lo scorso anno è stato pienamente confermato, a questi si aggiungono altri fattori che guideranno il mercato il prossimo anno come native advertising e viewability.
Sempre insieme al macro-tema del programmatic, mercato che in Italia è nato in pratica solo lo scorso anno, ma che ha rapidamente innescato un trend di sviluppo con 110 milioni gli investimenti, +120% rispetto allo scorso anno e una quota nel settore display pari al 10%.
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Per quanto riguarda l’audience, la nuova ricerca Audiweb – che include anche il traffico da mobile – rileva che sono oggi quasi 40 milioni gli italiani che hanno la possibilità di collegarsi alla rete. Si tratta dell’84,4% degli italiani tra gli 11 e i 74 anni, penetrazione che colloca l’Italia al livello di altri paesi considerati più evoluti. Non ci sono più differenze tra uomini e donne e provenienza geografica, a parte una concentrazione quasi scontata nelle fasce più qualificate e tra i millenials con una copertura del 100%. Semmai è la frequenza d’uso quella che fa ancora difetto: sono 21 milioni gli utenti giornalieri, di cui 16 milioni con accesso anche da mobile.
(SCARICA LA PRESENTAZIONE SUI DATI AUDIWEB DI AUDIENCE DIGITAL).
Sul versante aziende, anche Nielsen rileva come i mezzi digitali siano entrati pienamente nel media mix con una quota del 23,1%, esattamente in linea con la media globale (23,5%). Delle 900 aziende intervistate, il 94% investe su digital e altri mezzi e l’89% utilizza più piattaforme. La media è alzata da settori come il tempo libero con una quota del 43% e da un settore trainante come il largo consumo con un buon 27%. Da notare (vedi tabella sotto) come il media mix digitale cambi radicalmente a seconda del microlettore merceologico.
“Internet è il secondo media pubblicitario dopo la televisione. Le contaminazioni cross-screen sono all’ordine del giorno, non più solo dalla tv al digital ma sempre più spesso in senso inverso» ha commentato Michele Marzan, VP di IAB Italia.
Marta Valsecchi, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio New Media & New Internet Politecnico di Milano, ha aggiunto «I pilastri del settore sono video, social, mobile e programmatic. Quest’ultimo crescerà se i player non lo considereranno solo in ottica di efficientamento ma inizieranno a utilizzarlo anche per formati premium. Più che altro bisognerà migliorare la componente dati».
Alberto Dal Sasso, Advertising Information Services Business Director Nielsen Italia, ha invece rilevato come gli investimenti nel digitale siano oggi inseriti con coerenza nel media mix, ma che la filiera dovrà impegnarsi di più per aiutare i clienti ad orientarsi anche dal punto di vista tecnologico.