Consumi culturali in ripresa, ma ancora sotto il livello pre-pandemia mentre si riducono i consumatori abituali

La divaricazione sociale tra chi può spendere per i consumi culturali e chi non può permetterselo è ulteriormente aumentata.

Lo dice la 10ma edizione dell’Osservatorio sui consumi culturali di Impresa Cultura Italia – Confcommercio realizzato in collaborazione con SWG.

Il sondaggio su 1009 individui, condotto nel dicembre 2022, segnala una ripresa generale, ma ancora sotto il livello pre-pandemia, la riduzione dei consumatori, anche se aumenta la spesa media di chi continua a spendere in cultura, il ritorno alla fruizione dal vivo degli spettacoli, mentre si stabilizza il rapporto tra consumi digitali e fisici per libri, quotidiani e riviste.

In generale, il comparto dei consumi culturali è tra quelli che hanno subito una maggiore riduzione delle spese: nello specifico, il 14% del campione dice di non spendere denaro, mentre tra chi lo fa il 39% dichiara di aver ridotto la spesa, il 17% di averla aumentata.

La ricerca segnala anche una trasformazione della domanda, con un aumento degli acquisti last-minute per gli spettacoli e la riduzione degli abbonamenti.

Riguardo alla divaricazione sociale, per cui si spende di più in cultura se si ha maggiore disponibilità economica, Impresa Cultura Italia segnala l’esigenza di correttivi proponendo di dare priorità alla formazione dei giovani e di strumenti come la detraibilità dei consumi culturali, come fossero “medicinali per l’anima”, ha commentato Carlo Fontana, presidente di Impresa Cultura Italia.

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Consumi culturali in ripresa, ma ancora sotto il livello pre-pandemia mentre si riducono i consumatori abituali ultima modifica: 2023-03-06T11:30:28+01:00 da Redazione

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