Stabile al 13% l’uso dell’ad blocking in Italia, risposta a UX negativa per affollamento e invadenza potrebbe aumentare dell’11%. Dato più che raddoppiato per utenti ecommerce

Pubblicati i dati della seconda wave della ricerca ‘Lo stato dell’arte dell’Ad blocking in Italia’ promossa da Assocom, FCP-Assointernet, Fedoweb, IAB Italia, Netcomm, UPA, coordinata da GroupM e commissionata a comScore e Human Highway. Più impegno per migliorare il sistema

Realizzata nel novembre 2016, l’indagine mostra rispetto alla prima wave (maggio 2016) come l’incidenza dell’ad blocking in Italia rimanga contenuta e il fenomeno sostanzialmente stabile: il numero degli utenti unici che hanno installato sul proprio PC un ad blocker resta fermo al 13,0%, 15% le pagine ad-blockate secondo i dati del panel meterizzato.

Anche nel caso dei dati emersi dall’indagine CAWI  si confermano i dati della prima wave: 22,2% è la percentuale degli utenti che hanno dichiarato di aver installato un adblocker su almeno un dispositivo di accesso ai servizi online. Bisogna comunque tenere presente che non tutti i dispositivi utilizzati dagli utenti sono stati dotati di un ad blocker, non tutti i browser installati sui device degli utenti sono dotati di ad blocker, non tutte le pagine web chiamate dai browser con ad blocker sono prive di pubblicità.

Ne deriva che la maggior parte (65,7%) degli individui online (PC + smartphone) che utilizza un ad blocker lo fa in maniera tattica, ovvero configurando whitelist o mettendolo in pausa per accedere a pagine e siti di proprio interesse, selezionando i browser e i device su cui applicarlo. Fattori che riconducono quindi l’incidenza dell’ad blocking in Italia alla percentuale rilevata dal panel meterizzato, dato confermato dalla indagine interna FCP-Assointernet, che misura un 12,5% di pagine ad-blockate da desktop sul perimetro delle concessionarie che hanno partecipato all’indagine. Tra gli utenti di smartphone l’incidenza si riduce all’8,0%.

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CRESCE L’UTENZA FEMMINILE, % RADDOPPIA TRA UTENTI ECOMMERCE . Rispetto alla prima wave si conferma il profilo degli user di ad blocker: prevalentemente maschile (65,3%), giovane (la fascia con maggiore incidenza è 25-34 anni col 25,9%), con elevato livello d’istruzione. Il fenomeno inizia a interessare le donne (34,7%). Rispetto alla prima wave è stato aggiunto un focus sugli utenti e-commerce, un’utenza generalmente più matura nella fruizione di internet, su cui l’indagine ha confermato un’incidenza maggiore del fenomeno:  ben il 27,9% degli acquirenti online utilizza infatti un ad blocker. Tra gli utenti di smartphone l’incidenza si riduce all’8,9%.

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UX NEGATIVA. Tra le ragioni che spingono l’utente a installare un adblocker vi è in primo luogo l’insofferenza verso formati giudicati troppo invasivi (50,7%) e eccessivo affollamento (47,2%). Segue l’eccessiva frequenza (36,3%), il rallentamento dei tempi di caricamento dei siti (35,2%), una pubblicità non in linea con gli interessi degli utenti (23,1%).

Negli smartphone la ragione principale dell’installazione è il rallentamento dei tempi di caricamento dei siti (40,0%), ma preoccupa anche il consumo del traffico dati (37,8%).

La seconda wave conferma come rimanga significativa la conoscenza del cosiddetto patto pubblicitario, ovvero la consapevolezza da parte dell’utente della pubblicità come fonte di finanziamento di contenuti free: 42,7% tra gli utilizzatori di ad blocker.

Sale inoltre dal 50,8% al 56,0% la quota degli utenti “recuperabili”, cioè di coloro che avendo installato un ad blocker sarebbero disposti a rinunciarvi a fronte di un ambiente online più user friendly.

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LE TRE FONTI DI DATI

Panel meterizzato comScore: quantificazione di utenti unici e pagine viste con ad blocker nstallato su PC

Indagine CAWI su panel Human Highway: quantificazione degli utilizzatori di ad blocker da mobile e da qualsiasi device nonché analisi dettagliata di motivazioni e modalità di utilizzo degli ad blocker

Dati censuari forniti dagli Associati FCP-Assointernet per la quantificazione delle pagine con ad blocker attivo

 

Stabile al 13% l’uso dell’ad blocking in Italia, risposta a UX negativa per affollamento e invadenza potrebbe aumentare dell’11%. Dato più che raddoppiato per utenti ecommerce ultima modifica: 2017-02-08T12:59:06+01:00 da Redazione

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