Fratelli di schermo, con tv e mobile crescono le opportunità interattive

Jwt suggerisce 10 modi di integrare pianificazioni tv con mobile e digital, rendendole più ricche e interattive

La coesistenza del ‘piccolo schermo’ con l”altro schermo’ (smartphone, tablet, computer portatile), e lo spostamento continuo dell’attenzione tra l’uno e l’altro, è fenomeno ormai consolidato, tanto che molte aziende si sono convinte dell’utilità di pianificazioni integrate tv + digital + mobile, ispirate alla fruizione fluida dei due mezzi che è una realtà importante anche in Italia. In Italia una di queste è Seat che nel lancio della nuova Mii ha scelto questa strategia, mirandola sulle donne 30-40enni. Il fenomeno l’ha studiato Jwt Intelligence in un suo recente report che analizza i 10 diversi modi in cui le aziende, attraverso l’integrazione tra i due mezzi, stanno trasformando il piccolo schermo in una social tv, permettendo l’interazione con gli utenti, operazioni di call to action e l’estensione dei contenuti del messaggio pubblicitario.

Le principali tecnologie che permettono tale interazione sono Shazam, app con 200 milioni di utenti in tutto il mondo, utilizzata da molti inserzionisti negli Usa e da poco anche in Uk (lo scorso mese è stato siglato un accordo di esclusiva tra Shazam e la rete tv ITV); Viggle, che identifica contenuti televisivi e permette di interagire con essi e accumulare punti spendibili, ad esempio, in biglietti del cinema e gift card; Zeebox, diffusa in Gran Bretagna (partecipata da BSkyB), combina social network, m-commerce, integra contenuti tv e mobile e sostituisce anche il telecomando.

Clicca qui per scaricare il report completo con tutti gli esempi 

1) I grandi eventi. Durante le ultime edizioni del Super Bowl e dei Grammy Awards le campagne sui due schermi hanno coinvolto molti nuovi spettatori e hanno suscitato grande attenzione. La app di Coca Cola aveva per protagonisti orsi polari che reagivano agli eventi del match in tempo reale e lo commentavano via Twitter, attirando 600mila utenti.

 2) Premi e incentivi. Le app vengono usate anche per premiare gli spettatori che guardano gli spot in tv, regalando loro coupon sconto e contenuti aggiuntivi come ricette, stimolando anche nuove opportunità di acquisto. Un esempio è la app Viggle utilizzata da Unilever Dove Men+Care per premiare chi guardava i video aggiuntivi pianificati durante le partite di basket dei college March Madness. Guarda qui il progetto.

 3) Spot e gamification, ovvero introdurre elementi di gioco attraverso lo smartphone facendo diventare attiva la fruizione dello spot. Un esempio è la app Chok, creata ad Hong Kong da Coca Cola: quando lo spot appariva in tv l’utente doveva scuotere il telefono e a seconda del vigore del gesto veniva premiato con tappi di bottiglia virtuali, da utilizzare per vincere premi.

4) Interazione istantanea con Shazam for tv. Invece che invitare lo spettatore a visitare il sito o ad andare sulla pagina Facebook, l’app permette l’interazione istantanea dello spot con i contenuti digitali.

 5) Dalla tv all’e-commerce, attraverso uno spot che rimanda direttamente a siti di m-commerce o attraverso la possibilità di trovare sul telefono informazioni su come acquistare un prodotto mostrato in tv. Un esempio è l’app Watch with eBay (Usa) che permette di fare acquisti legati ai programmi televisivi che si stanno guardando.

6) Sponsorizzazione di contenuti aggiuntivi sul ‘secondo schermo’. Negli Usa X Factor era collegato alla app Xtra Factor ‘presented by Verizon’ che permetteva di interagire sul programma e con gli altri spettatori e di accedere a contenuti, come i testi delle canzoni.

 7) Programmi sportivi che fanno giocare gli spettatori, senza tuttavia far perdere loro di vista la partita trasmessa in tv. Un esempio la app Heineken ‘Star player’ (guarda qui il progetto) che permette di interagire con la partita in tempo reale, facendo acquisire punti se le previsioni sulle azioni si realizzano, oppura la app per il Super Bowl Chevy Game Time che integrava i cinque spot pianificati dal brand all’interno della partita.

http://youtu.be/oGp3fRrNDoY

8) Dallo spot all a social chat. Aggiungendo un hashtag all’interno dello spot si promuove una discussione su Twitter. Secondo una ricerca di Accenture negli Usa il 18% nota un # all’interno degli spot e il 7% lo ha poi cercato su internet. Lo ha fatto Audi in coda allo spot ‘Vampire party’ del Super Bowl (#SoLongVampires)

http://youtu.be/lw9ZeXB2uKs

9) Interattività in tempo reale per coinvolgere su film prossimi al lancio e game show. In aprile, in Uk, è stato trasmesso il trailer del film Prometheus di Ridley Scott e poi è stato chiesto agli utenti che impressione ne avessero attraverso l’hashtag #areyouseeingthis. Nel break pubblicitario successivo sono stati mostrati alcuni dei tweet arrivati, scatenando attenzione e facendo diventare l’# il secondo top topic su Twitter.

 10) Creare eventi transmediali, che si spostano con fluidità da un mezzo all’altro. Un esempio è l’app Red Bull Supernatural che con Shazam permetteva di vedere le gare di snowboard in soggettiva.

 

Fratelli di schermo, con tv e mobile crescono le opportunità interattive ultima modifica: 2012-06-04T12:34:51+02:00 da Redazione

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