La ‘nuova Homeland’ in prima visione assoluta dal 7 novembre il martedì alle 21:00 su FOX
La fiction israeliana colpisce ancora, dopo serie celebri come Homeland, versione USA di Hatufim, e In Treatment ispirata da Be Tipul arriva ora False Flag ma stavolta non è un remake internazionale è la prima serie TV israeliana da esportazione.
Presentata in anteprima al Festival di Berlino, è un impasto di drama, giallo e thriller politico ispirato a un fatto di cronaca, la vicenda di Mahmoud Al-Mabhouh, colonnello di Hamas che nel 2010 venne ucciso a Dubai da un gruppo di agenti del Mossad che viaggiavano con identità rubate a cittadini israeliani con doppia nazionalità. False flag (in italiano operatività sotto falsa bandiera) è una tattica segreta condotta in genere da servizi segreti e agenzie d’intelligence, progettata per apparire come perseguita dagli agenti di altri paesi.
La storia è quella di cinque cittadini israeliani –tutti con doppia nazionalità- che guardando il telegiornale scoprono di essere sospettati di aver progettato e orchestrato un rapimento, ovvero il sequestro del Ministro iraniano della difesa avvenuto a Mosca. La divulgazione da parte dei media dei loro nomi e delle loro foto stravolgerà per sempre le vite dei protagonisti che faranno di tutto per dimostrare la loro estraneità ai fatti ma non saranno creduti né dalle autorità e neanche dalle persone a loro più care. Tutto porta a pensare che siano vittime di un equivoco ma potremmo scoprire che non siano del tutto innocenti.
Il contesto della serie riporta a un conflitto tanto sanguinoso quanto noto all’opinione pubblica, la crisi mediorientale, il conflitto tra Israele e Palestina. False Flag appare un thriller globale con un gruppo di persone “incastrate” in un caso politico dall’esito pericolosissimo. La serie è stata accostata a Homeland e ai suoi doppi giochi geopolitici: “E’ un gran complimento ma Homeland mette al centro del racconto dei professionisti” racconta il creatore Amit Cohen “False Flag parte invece dal punto di vista di persone normali che non sanno nulla del mondo dello spionaggio. Non ci sono terroristi o agenti segreti protagonisti, noi guardiamo alla società israeliana di tutti i giorni per raccontare una spy story da una prospettiva nuova”.