E3 e Be On, coworking per cogliere le opportunità dell’advertising nativo

Le due agenzie lavorano in sinergia in un’unica nuova sede individuando opportunità di mercato

Complementari non solo nei progetti, ma anche negli stessi spazi di lavoro. L’agenzia digitale E3 e Be On, piattaforma proprietaria per la distribuzione di branded content che fa capo ad AOL Network, hanno infatti preso sede di via Boscovich, a Milano, dove lavorare in sinergia “per realizzare un processo creativo virtuoso, che facilita l’accesso a risorse comuni”, spiega Georgia Giannattasio, managing director di Be On Italia. «L’obiettivo della nostra ‘convivenza’ è individuare opportunità di mercato, creare valore per i clienti e mettere a frutto i talenti delle persone» aggiunge Maurizio Mazzanti, direttore creativo esecutivo di E3.

Da sinistra Federico Ceccarelli e Fabio Racchini (E3), Georgia Giannattasio (Be On), Maurizio Mazzanti (E3)
Da sinistra Federico Ceccarelli e Fabio Racchini (E3), Georgia Giannattasio (Be On), Maurizio Mazzanti (E3)

Le due realtà hanno presentato caratteristiche, tendenze ed efficacia del native advertising, forma pubblicitaria che si è sviluppata con l’incremento dei contenuti generati in rete. I video branded content, particolarmente diffusi in USA, vengono considerati una forma meno intrusiva e per questo in grado di ottenere più interazione e coinvolgimento da parte dei consumatori, sempre più evoluti nel riconoscere e fuggire pubblicità che non interessa loro. «Rispetto alla tradizionale pubblicità display, gli annunci nativi creano un’esperienza e argomentano i valori del brand – spiega Mazzanti. – Non si tratta di promettere viralità, che capita quando capita ma non si può certo programmare, ma bensì di promuovere e sostenere corrette pianificazioni native».

Per fare un esempio recente, è native advertising il video ‘Epic Split’ di Volvo Trucks con Jean Claude van Damme: un successo da 33 milioni di visualizzazioni in sei giorni che non nasce per caso, ma da una strategia a lungo termine che Volvo Trucks ha avviato nell’agosto del 2012 con una serie di video branded content che man mano hanno costruito il terreno per l’ultimo successo.

Grandi investimenti e strategie ben definite

Il native advertising si integra perfettamente con i social network: per esempio, con gli sponsored tweet si possono ottenere lead interessanti e misurare engagement e tassi di conversione. Nel caso del lancio della BMWi3, con la distribuzione della lead generation card per provare il veicolo, è stato ottenuto un tasso di conversione del 300% più alto rispetto a una tradizione operazione di direct email.

«L’importante – sostiene Mazzanti – è avere strategie ben chiare: il video branded content è un contenuto ‘premium’ da integrare con altre azioni di comunicazione per ottenere una maggior brand lift e una più alta percentuale di purchase intent oltre a generare conversazioni sul brand». La viralità del contenuto non è garantita, ma le probabilità che i branded content diventino virali è più alta. E per quanto riguarda i publisher, in particolare quelli che non vedono di buon occhio programmatic buying e real time bidding, secondo Giannattasio “dovrebbero accogliere il native advertising perché, non entrando nell’affollamento, è in grado di valorizzare l’offerta di contenuti e monetizzare il traffico sui siti”.

Il decalogo della pubblicità nativa:

Per promuovere e sostenere corrette pianificazioni di native advertising, E3 e Be On hanno presentato un decalogo delle caratteristiche della pubblicità nativa:

1. Contenuto brandizzato oltre i 30 secondi

2. Distribuzione in-streaming

3. Non intrusivo (no autoplay)

4. Rilevante per l’utente, senza interruzione del flusso informativo

5. Contestuale, rispecchia il look & feel del sito

6. Trasparente, chiaramente etichettato come advertising

7. Condivisibile dagli utenti

8. Non soggetto ad affollamento, è esso stesso il contenuto

9. Engagement reale, non soggetto alla banner blindness

10. Distribuisce valore, non view

E3 e Be On, coworking per cogliere le opportunità dell’advertising nativo ultima modifica: 2013-11-21T12:48:13+01:00 da Redazione

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