Con l’ultimo voto, oggi in Senato, il Parlamento francese ha adottato la web tax che sarà applicata a una trentina di gruppi digitali, dai giganti Google, Apple, Facebook e Amazon a Meetic, Airbnb e il francese Criteo, con un introito stimato di 400 milioni di euro nel 2019 e 650 nel 2020.
Ieri, il giorno prima del voto in Senato, gli Stati Uniti hanno annunciato che apriranno un’inchiesta sugli effetti della web tax perché “molto preoccupati” dal fatto che a esserne colpite “ingiustamente” saranno le imprese americane, secondo quanto riporta CBNews riprendendo le dichiarazioni di Robert Lighthizer, rappresentante americano del Commercio, riportate in un comunicato. “Il presidente ha ordinato che noi esaminiamo gli effetti di questa legge e determiniamo se sia discriminatoria o irragionevole e se costituisca un peso o una restrizione al commercio degli Stati Uniti. Il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, ha reagito dichiarando che “paesi alleati dovrebbero regolare le loro controversie senza minacce”.
In Italia, intanto, la web tax si è arenata di nuovo, come ricorda l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal presidente IAB, Carlo Noseda.