Mercoledì CPA – Case di Produzione Associate ha presentato in collaborazione con ADCI il primo protocollo ‘in progress’, messo a punto in accordo con le maestranze e simile a quelli in uso in tanti altri paesi
I set sono già ripartiti, con tanti limiti dovuti alla sicurezza delle persone, un’ulteriore attenzione ai costi – accresciuti dalle misure anti-covid-19 – e all’efficienza. Mercoledì pomeriggio Case di Produzione Associate ha presentato in collaborazione con ADCI il primo protocollo ‘in progress’, perché soggetto ad aggiornamenti in funzione delle nuove normative, e ospitato una sessione di Q&A con il presidente CPA Giovanni Bedeschi e i consiglieri Karim Bartoletti e Cesare Fracca.
Il protocollo è stato messo a punto in accordo con le maestranze e non è dissimile da quelli in uso in tanti altri paesi per aumentare la sicurezza e diminuire i rischi.
Prodotti igienizzanti, mascherine, guanti e visiere, apparecchiature wireless per la visione in remoto, un ‘preposto covid-19’ e tempi di preparazione molto più lunghi dilatano i tempi di pre-produzione e influiscono sui costi, hanno spiegato i vertici di CPA, suggerendo non solo film un po’ più semplici per impiegare meno personale possibile, ma anche di coinvolgere la casa di produzione con maggiore anticipo, sfruttandone meglio la capacità consulenziale.
La creatività dovrà prendere in considerazione i limiti che ci sono oggi, considerandoli “non come limiti ma come opportunità, un po’ come succede con i budget”, ha suggerito Bedeschi, ricordando che “i registi italiani sono qui, sono vicini e possono aiutare a risolvere i problemi” e a tenere insieme creatività e sicurezza. Il protocollo sarà condiviso con ADCI e poi con UNA e UPA.
Sotto il video integrale della tavola rotonda.