In occasione dei Cannes Lions, We Are Social ha pubblicato un nuovo digest intitolato “NormA.I.lization”.
L’approfondimento, che ogni anno prende in esame le principali tendenze emerse durante la manifestazione, stavolta si focalizza sull’intelligenza artificiale e sul suo legame con il processo creativo.
A partire dalle principali idee sull’uso dell’AI discusse durante il Festival e dalle campagne che più si sono distinte in questo ambito, “NormA.I.lization” invita a riflettere sull’impatto che questa tecnologia sta avendo sul settore. Se da un lato infatti l’utilizzo di questo strumento in ambito creativo viene sempre più “normalizzato”, dall’altro è importante interrogarsi sul potenziale e i limiti, anche rispetto al rapporto con la creatività umana.
Tanti gli esempi: da Dove ‘The Code’ a Doritos ‘Silent’, fino ai GP Pedigree ‘Adoptable’ e Michelob ‘Lap of legends’.
Il potenziale rivoluzionario dell’AI viene messo in luce da Giuseppe Schiavone, Creative Director We Are Social, sottolineando anche quanto “possa sfumare — anche in modi problematici — il confine tra tecnologia e umanità ampliando il perimetro di ciò che è creativamente possibile. Non si tratta di una mera innovazione tecnologica, com’è stata la fotografia per la pittura o il fotoritocco digitale per la fotografia: l’AI può aiutarci a eseguire idee in modi nuovi, a scala e con costi inferiori, ma può anche funzionare da dispositivo di generazione delle idee stesse, mettendo così in discussione i modi in cui facciamo la parte più ‘umana’ del nostro mestiere (o quantomeno quella che fin qui abbiamo considerato più caratteristicamente umana). Rimane sicuramente un ampio perimetro per la creatività umana: è lo spazio per l’improvvisazione radicata in una comprensione sfaccettata del contesto culturale che al momento sembra inaccessibile all’AI”.
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