Ogilvy ha lanciato l’idea ed è stata la prima ad applicarla: dal 19 giugno i contenuti delle campagne social e influencer generati con l’uso dell’intelligenza artificiale saranno segnalati chiaramente.
Con l’idea di un AI Accountability Act condiviso da tutta l’industry, Ogilvy propone che ci sia un watermark o un hashtag #poweredbyAI non diversamente dalle segnalazioni di sponsorizzazioni e collaborazioni retribuite tra brand e influencer.
L’agenzia del gruppo WPP non è nuova a questo genere di iniziative: nell’aprile dello scorso aveva dichiarato che non avrebbe più lavorato con influencer che ritoccano viso e corpo per la pubblicità, coerentemente con il suo impegno di lunga data con Dove.
Fino a ora, secondo il Financial Times, la proposta ha ottenuto il sostegno della Incorporated Society of British Advertisers (Isba), ma l’agenzia conta di coinvolgere con il proprio esempio un maggior numero di player, a cominciare dalle piattaforme.
Secondo quanto dichiarato da Rahul Titus, global head of influence di Ogilvy, 3/4 dei contenuti sui social sono prodotti da creator individuali, ma un numero sempre crescente di questi influencer è un personaggio creato con l’AI generativa che può essere presentato come reale, ingannando i follower e disperdendo quel capitale di fiducia che renderebbe del tutto inefficace l’influencer marketing.