NewsGuard ha lanciato un nuovo strumento, chiamato Responsible Advertising for News Segments (RANS), che permette ad agenzie e brand di bypassare quelle blocklist che finiscono per danneggiare le testate di qualità.
Si tratta di una lista costantemente aggiornata di canali da escludere, soliti alla pubblicazione di falsità e disinformazione, e di testate di qualità da non penalizzare, in special modo quelle piccole e dirette a specifiche comunità nere, asiatiche, ispaniche ed lgbtq+. Spesso infatti le blocklist escludono parole come “Black,” “Asian” e “gay” finendo per danneggiare tali testate, mentre l’AI utilizzata dalle piattaforme programmatiche fa spesso acqua tant’è che è successo che 4.000 primarie aziende abbiano finito nel 2020 per finanziare siti che diffondevano disinformazione sulla pandemia e la pubblicità di altre 1.000 è apparsa su siti cospirazionisti in occasione delle rivolte dello scorso gennaio.
La lista di NewsGuard viene invece aggiornata da giornalisti esperti, sulla base di nove criteri giornalistici, apolitici, e trasparenti per permette di escludere, includere e segmentare i siti con più consapevolezza e con un solo click.
Le prime agenzie media ad utilizzarla sono IPG Mediabrands e Omnicom Media Group e a breve lo faranno anche diverse DSP, SSP e società di mar-tech.
“Abbiamo realizzato diversi studi che evidenziano il problema di migliaia di aziende che finanziano siti che hanno pubblicato, per esempio, disinformazione sul COVID-19 e sulle elezioni”, ha affermato il co-CEO di NewsGuard Steven Brill. “Anche per le aziende i cui amministratori delegati, consigli di amministrazione e azionisti hanno fatto della responsabilità sociale dell’azienda una priorità, questo è stato un punto critico, non perché volessero fare pubblicità in modo irresponsabile, ma perché la tecnologia pubblicitaria da sola non può risolvere il problema. RANS offre un modo semplice ed economico per garantire che la spesa della pubblicità dell’azienda sia allineata ai valori dell’azienda stessa, non finanziando più la disinformazione online, anche se involontariamente”.
“L’intelligenza artificiale può essere addestrata per identificare la pornografia e l’incitamento all’odio, ma fino ad ora non era disponibile uno strumento per la pubblicità programmatica per le agenzie, le DSP e le società di verifica per proteggere la sicurezza del brand da siti web che pubblicano bufale e disinformazione” spiega Gordon Crovitz, co-ceo di NewsGuard.