NewsGuard ha identificato 37 siti che sembrerebbero aver utilizzato l’intelligenza artificiale per riproporre articoli di testate giornalistiche tradizionali senza attribuzione della fonte.
Il Misinformation Monitor di agosto accende così un faro sul plagio automatizzato delle content farm che, grazie alla pubblicità programmatica, possono contare su un flusso costante di ricavi.
L’analisi evidenzia anche come l’IA riesca a riformulare i contenuti originali al punto di renderne difficile l’identificazione da parte di software di rilevamento del plagio com Grammarly.
Solo il fatto che tutti i siti hanno pubblicato almeno un pezzo contenente messaggi di errore che si trovano comunemente nei testi generati dall’IA ha permessi di identificare i 37 siti e, molto probabilmente, ci sono centinaia, se non migliaia, di siti che NewsGuard non è riuscito a identificare per l’assenza negli articoli di un messaggio di errore prodotto dall’IA.
Quanto alla pubblicità, NewsGuard ha trovato annunci programmatici di brand importanti su 15 dei 37 siti copia-incolla identificati tra cui, complessivamente, annunci di 55 grandi aziende che non sono citate nel report in virtù del fatto che l’opacità del meccanismo su cui si basa la pubblicità programmatica fa sì che le aziende non siano probabilmente consapevoli del fatto che stanno favorendo e finanziando le content farm.
Tra i tanti esempi, all’interno di un articolo pubblicato da LiverPoolDigest.co.uk, che sembrava essere stato riscritto a partire da un pezzo del Guardian utilizzando l’IA, gli analisti di NewsGuard hanno visualizzato annunci programmatici di due importanti società di servizi finanziari, un’azienda di forniture per uffici, una compagnia aerea, un’azienda di software multimiliardaria, un rivenditore di elettrodomestici di alto livello, una catena alberghiera statunitense, una grande banca e un noto rivenditore di materassi.