OBE certifica a 619 milioni il valore del branded entertainment nel 2022 (+9%) e intravede una crescita del 6% per il 2023

Social e TV i mezzi preferiti per i progetti di branded entertainment, seguiti da YouTube ed editoria online, mentre cala l’uso dei canali proprietari

Laura Corbetta, Presidente Obe (photo Extralab)

La passione al centro della 10ma edizione dell’Osservatorio Branded Entertainment (OBE)  non è solo quella di pubblico e consumatori, ma anche quella delle aziende che affrontano questa leva di comunicazione molto sofisticata e complessa “applicando al branded entertainment a storie più profonde dei contenuti effimeri sbocciati sulla scorta della centralità del dato quantitativo”. Lo racconta Laura Corbetta, presidente di OBE oltre che CEO e founder dell’agenzia YAM112003, sottolineando la presenza di molte “aziende coraggiose” e le nuove direzioni aperte per questo settore.

La più importante per i brand, sostiene la presidente OBE, è la necessità di “aprire una riflessione su cosa consumatori e dipendenti chiedono alle aziende, un approccio non politico, anzi molto pratico a temi rilevanti come il cambiamento climatico”.

Un altro tema di cui si parlerà molto nei prossimi mesi, secondo Corbetta, è il mercato della cosiddetta creator economy, mondo che rappresenta un’opportunità per le aziende che sappiano usare creator e influencer in modo coerente con i valori del brand, meno per chi non si cura molto dell’intercambiabilità e non considera il brand entertainment per quello che è, cioè “una leva strategica molto sofisticata e complessa”.

Trend positivo. Il mercato del branded entertainment in Italia è stimato d OBE a quota 619 milioni di euro nel 2022, in crescita del 9% sull’anno precedente. “Veniamo da anni complicati, ma il 2021 e il 2022 sono stati incoraggianti e per il 2023 i segnali sono buoni”, aggiunge Corbetta a proposito di una prospettiva di crescita del 6%.

La ricerca, realizzata da BVA Doxa in partnership con RTI e presentata da Erik Rollini, consigliere OBE e managing director EssenceMediacom, riporta che il 70% degli investitori pubblicitari intervistati ha dichiarato di aver incrementato i budget per il branded entertainment; il 28% gli investimenti dedicati a questi progetti vanno oltre il 25% del totale investimenti.

Tra le aziende intervistate, l’84% ha dichiarato di averne realizzato almeno uno nel 2022 (+4 pp rispetto all’anno precedente), in particolare sui social (72%) e in TV (49%), mezzo quest’ultimo su cui si concentra il 36% degli investimenti, seguiti da YouTube (41%) ed editoria online (39%), mentre diminuisce leggermente l’utilizzo di canali proprietari o costruiti ad hoc (47%).

Erik Rollini, Consigliere OBE e Managing Director EssenceMediacom (photo Extralab)

Spazi di racconto. Cresce il ricorso a influencer e creator (+13% rispetto al 2021) e l’attenzione per spazi di racconto più ampi come articoli redazionali (66%), eventi live (38%), tutorial (28%), cortometraggi (18%), comedy sketch (15%), web serie (14%), canzoni i video musicali (11%).

Nel contesto TV prevalgono i programmi di intrattenimento (65%), seguiti da talent o game show (25%), fiction e serie (21%), documentari e programmi sportivi (16%). Per la ricerca, oltre agli obiettivi più classici e tecnici come brand awareness (60%), consideration (54%) e image (52%), emergono anche motivazioni più “emotive” come la voglia di raccontare di più marca  e prodotto (68%), associarsi a temi e valori specifici (53%), divertire e coinvolgere emotivamente il target (48%), emergere dall’affollamento pubblicitario (48%), raggiungere target nuovi o difficili (34%).

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Armida Cuzzocrea

OBE certifica a 619 milioni il valore del branded entertainment nel 2022 (+9%) e intravede una crescita del 6% per il 2023 ultima modifica: 2023-09-06T11:15:32+02:00 da Redazione

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