Sfatare un po’ di miti, e demolire una certa pigrizia, e utilizzare l’influencer marketing per risolvere problemi di marketing perché oggi non è più sufficiente scegliere influencer e creator in base al numero di follower, sulla simpatia o sulla lettura delle metriche di engagement.
È l’approccio che GroupM e le sue agenzie Mindshare, MediaCom e Wavemaker hanno raccontato all’evento Influencer Marketing 2022 organizzato da UPA presentando il prodotto proprietario ImAge.
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Il fenomeno va inquadrato dal punto di vista media, ha spiegato Antonello D’Elia, Consulting Manager di GroupM Business, Intelligence & Insight, mettendone in evidenza i punti di forza che vanno dalla grande permeabilità di ambienti, dal media al gaming, un tempo separati alla capacità di colmare il divario tra media classici e digitale.
Non più pilastro della strategia social, gli influencer vanno pianificati analogamente a quanto si fa con i media tradizionali: “quando pianifichiamo la TV, scegliamo canali, rubriche e formati e lo stesso vale per gli influencer, mass, macro, micro o nano, con formati e veicoli più o meno congeniali a seconda del settore merceologico e dell’obiettivo di business”, ha spiegato D’Elia sottolineando la necessità di costruire un brief basato sui dati e strutturato sugli obiettivi del brand.
La soluzione progettata da GroupM tiene insieme una ricerca proprietaria, benchmark di costo e performance e piattaforme con KPI di efficacia ed efficienza alimentati dalle campagne pianificate.