La charity Marie Curie parla della morte come parte della vita nella sua campagna pubblicitaria

Marie Curie, charity britannica dedicata all’assistenza dei malati terminali, ha aggiornato la sua identità visiva e l’ha comunicata con una campagna.

Non è facile parlare di morte in uno spot pubblicitario, ma CPB London lo fa in modo delicato presentandola non come opposta alla vita, ma come parte di essa, ispirandosi a storie di famiglie reali.

Il commento sonoro è affidato alle note di ‘The Paper Kites’ di Rosie Carney.

La pianificazione è supportata da Medialab, eight&four, The Academy e Markettiers e si estende su tv, digital, radio e canali offline.

L’identità visiva è stata rinnovata da TBWA\London e si può riconoscere sulle uniformi e sui materiali per il fundraising, su tutta la comunicazione istituzionale e la presenza online. Il font Lexend è stato scelto per ridurre l’affaticamento visivo e migliorare la leggibilità. La palette di colori è stata ridotta al giallo e blu, che rispettivamente evocano calore e ottimismo e l’affidabilità garantita dai 75 anni di storia della charity.

L’organizzazione benefica ha dichiarato che ogni anno circa 150.000 persone muoiono senza ricevere le cure e il sostegno di cui hanno bisogno e, a causa dell’invecchiamento della popolazione, questa situazione peggiorerà. Entro il 2048, la domanda di cure palliative e di fine vita aumenterà fino al 25%.

La charity Marie Curie parla della morte come parte della vita nella sua campagna pubblicitaria ultima modifica: 2023-10-06T11:26:17+02:00 da Redazione

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