Un white paper di AdKaora, l’agenzia digitale del Gruppo Mondadori, analizza l’impatto dell’evoluzione del mondo del gaming nel settore della comunicazione e della pubblicità online
L’osservatorio sui cambiamenti in atto nei mercati e nei consumatori di AdKaora ha pubblicato la nuova ricerca “In-gaming advertising: comunicare è un gioco da brand”, che analizza l’impatto dell’evoluzione del mondo del gaming nel settore della comunicazione e della pubblicità online.
Già estremamente popolari prima della pandemia, nel corso degli ultimi due anni i videogiochi hanno dimostrato di esercitare grande fascino anche su nuovi segmenti di pubblico, tra cui donne, famiglie e anziani, oltre alle generazioni più giovani. Un dato che ha destato nei marketer grande curiosità in merito alle nuove categorie e alle loro abitudini di fruizione.
Dalla ricerca condotta da AdKaora emerge come – in un periodo di scarsa interazione umana, dove le relazioni sono state perlopiù coltivate attraverso la tecnologia – i videogiochi, attività digitali a rischio zero, si siano rivelati una preziosa fonte di connessione tra le persone, oltre che uno strumento per evadere dalla realtà e contrastare la noia di intere giornate trascorse in casa. Un fenomeno consolidatosi come un vero e proprio trend, che i numeri confermano destinato a rimanere tale.
L’obiettivo dello studio è stato, pertanto, quello di indagare l’evoluzione del mondo del gaming e dei profili dei giocatori, per capire come i brand possano raggiungerli e interfacciarsi con loro in modo più efficace e significativo, non solo grazie alla conoscenza del mercato, ma anche a quella delle abitudini e dei comportamenti dei consumatori.
Con l’in-gaming advertising è, infatti, possibile sfruttare l’altissima attenzione degli utenti inserendo annunci pubblicitari nativi all’interno del gioco stesso, in modo da influenzare la grafica e/o l’audio del gameplay senza interrompere l’esperienza dell’utente.
Ecco alcune evidenze che emergono dallo studio:
1. Gamer a chi?
Che fine ha fatto il giocatore con gli occhiali, la t-shirt di SuperMario e le sneakers ai piedi? Non esiste più: o meglio, a non esistere più è il profilo di un giocatore “tipo”. Chiedersi perché le persone giochino e non a cosa, è, dunque, la chiave per imparare a conoscere al meglio questo target e a intercettarne le esigenze, in modo da sviluppare una comunicazione diretta ed efficace. Anche in Italia, inoltre, il divario tra uomo e donna ha visto una progressiva riduzione, così come la differenza tra le fasce d’età coinvolte.
2. Il gaming è soprattutto mobile
Oltre a navigare, chattare e fruire dei contenuti, i consumatori sono sempre più abituati a giocare in movimento. Molti titoli per dispositivi mobili hanno, infatti, bassi livelli di accesso: sono, cioè, basati su generi “familiari” come i puzzle, i giochi di carte o di scommessa, a cui si può giocare praticamente ovunque. Secondo uno studio elaborato da IIDEA – Italian Interactive Digital Entertainment Association -, in Italia i gamer dedicano al gioco 8 ore alla settimana, 5 delle quali servendosi di uno smartphone in diversi momenti della giornata. Un dato per cui è ragionevole prevedere che il numero di giocatori da dispositivi mobili potrà aumentare ancora nel corso del 2022.
3. Come raggiungere il target dei gamer
L’in-gaming advertising dispone, probabilmente più di qualsiasi altro settore, di una varietà di formati pubblicitari emergenti che si comportano in modo molto diverso dai media in altri canali. Grazie a creatività immersive inserite all’interno delle dinamiche di gioco in maniera nativa e realistica, è infatti possibile creare un’associazione positiva con il marchio senza interrompere l’esperienza dell’utente, aumentando l’awareness e potenziando il ricordo del brand.
4. Le opportunità di comunicazione
Una campagna di in-gaming advertising di successo permette di ottenere un alto tasso di memorabilità del brand: ci sono, infatti, elevate possibilità per un gamer – mentalmente molto ricettivo durante l’esperienza di gioco – di ricordare i messaggi pubblicitari inseriti, o almeno il prodotto in questione. Per i brand si aprono, quindi, opportunità di comunicazione estremamente interessanti, che permettono di sfruttare una profilazione molto precisa e costruire, così, esperienze di contenuto significative sia dentro sia fuori dal gioco in un ambiente sicuro, considerato dall’utente come un momento di svago e di relax nel corso della giornata.