Dall’assessment per capire a quale punto del percorso di trasformazione digitale si trovi l’azienda alla misurazione con l’attribuzione omnichannel di tutto quanto viene tracciato dai cookie: GroupM si struttura in modalità sempre più consulenziale. GroupM Consulting, la unit dedicata che fa capo alla holding media di WPP ha vinto la prima gara in cui è stata coinvolta da un’azienda il cui nome è ancora top secret
I consumatori sono più veloci delle aziende e hanno compiuto la loro digital transformation: con uno smartphone “hanno cambiato hardware e software, e trasformato il modo di fare ogni cosa. Ora le aziende devono allinearsi alla velocità dei consumatori”, ha detto Massimo Beduschi, Chairman & CEO di GroupM e COO di WPP introducendo i lavori della mattinata che ieri a Milano (e oggi a Roma) ha visto la collaborazione di Oracle per raccontare sia lo stato dell’arte che le soluzioni per la trasformazione digitale, anche grazie alle testimonianze di Inter, Lavazza, Nestlé e Unilever.
Modern Marketing. Alla platea in gran parte composta da aziende, Stefano Varasi, Senior Sales Manager, Oracle Marketing Cloud Italy & Iberia, ha presentato le sfide più difficili del Modern Marketing, ovvero tenere insieme efficacia e protezione di dati e privacy “GDPR compliant” nell’era della ‘Experience Economy’ che premia le aziende “che ci permettono di accendere o spegnere un servizio con un click” e la cui velocità di risposta alle interazioni dei consumatori è direttamente proporzionale all’evoluzione delle interfacce. Varasi ha sottolineato come non si tratti più o solo di pianificar campagne, ma di attivare eventi che rispondono ad altri eventi, intercettati ovunque accadono e quanto BlueKay, la DMP di Oracle, permetta di costruire un’architettura multicanale capace di ottimizzare questo nuovo modo di fare comunicazione.
Maturità Digitale. Basandosi sul modello di assessment Altimeter della società di consulenza Prophet, GroupM ha classificato lo stato di maturità digitale di 100 clienti, scoprendo che il 26% sta allo stadio ‘Legacy’, in cui si rimane legati ai modelli più tradizionali, il 34% è ‘Active’, ha preso cioè coscienza della necessità di adeguarsi, il 31% è ‘Formalized’, avendo già compiuto iniziative importanti in ambito digitale; solo il 9% è ‘Strategic’, ma ancora nessuno è allo stadio ‘Converged’ in cui il digital guida.
“La trasformazione digitale è un cambiamento strutturale che tocca tecnologie, processi, organizzazioni e richiede soprattutto un cambio di mentalità”, ha detto Giovanna Loi, Chief Digital Officer di GroupM, sottolineando tanto l’inevitabilità quanto le difficoltà di un percorso che richiede una strategia di lungo termine.
“Nonostante dati italiani ed europei poco incoraggianti, i segnali di sperimentazione fanno intravedere una maturità diversa nei prossimi 2 anni”, ha commentato Marco Brusa, Managing Director GroupM Consulting, forte anche della prima gara vinta acquisendo un nuovo cliente il cui nome non è stato rivelato e dei diversi progetti di consulenza su cui la unit è stata coinvolta grazie al fatto che a oggi 1 dipendente su 10 di GroupM e delle sue agenzie gestisce temi non prettamente media, anche se affini, come dati, tecnologia e contenuti.