Per Dario De Lisi, Chief Strategy Officer, dovrà cambiare “il modo di raccontare i prodotti, puntando sulla fiducia”, anche nel campo degli eventi, dove si mirerà meno sulle cose fatte in grande per fare equity e awareness e più sul territorio. Il concetto di ‘trust’ sarà ancora più importante sul digital
Si era aperto molto bene il 2020 di SG Company, società quotata all’AIM di Borsa Italiana e guidata dal CEO & Chairman Davide Verdesca, con commesse in crescita del +50% nel secondo mese dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Poi è iniziata l’epidemia di coronavirus che prima ha infettato tutto, e subito dopo ha imposto un ripensamento organizzativo e, soprattutto, di approccio.
Consulente strategico per comunicazione integrata ed eventi, la società che ha fatto dei format uno dei suoi punti forti, per prima cosa si è preoccupata di mettere al sicuro i suoi collaboratori, poi ha cominciato a riorganizzarsi “piuttosto velocemente”, dice Dario De Lisi, Chief Strategy Officer. “Il lavoro è più complicato, il mercato è quasi fermo, ne stiamo approfittando per rivedere non tanto la gestione operativa, quanto l’approccio”.
Pensare quello che verrà ‘dopo’, oggi non è facile, anche perché dipende da quanto durerà questo tempo sospeso e da come cambieranno gli atteggiamenti dei consumatori, ma già adesso, secondo De Lisi, è sicuro che dovrà cambiare “il modo di raccontare i prodotti, puntando sulla fiducia”, anche nel campo degli eventi, dove si mirerà meno sulle cose fatte in grande per fare equity e awareness e più sul territorio, per impegnarsi direttamente con tutti gli stakeholder, a cominciare dai cittadini e dalle comunità.
Per De Lisi il concetto di ‘trust’ sarà ancora più importante sul digital che in queste settimane è diventato così centrale nella vita di molte più persone: “meno impression e più scoperta delle sue potenzialità, con un passaggio chiave dalla fruizione di un servizio a un’idea di community”, con un’accelerazione sul piano della tecnologica, come molto rapidamente hanno insegnato a tanti Zoom, Teams e tante altre app.
Lessons learned. “Da questa crisi abbiamo imparato che il lavoro in remoto è uno strumento che può essere utilizzato anche da un’azienda con le nostre dimensioni, ma anche che la nostra industry aveva bisogno di evolversi più velocemente. Certo, così è stato uno shock, che però ha fatto emergere la carenza di dinamismo e agilità e la necessità di un nuovo modello di business”, aggiunge De Lisi, fondato soprattutto sui contenuti di valore e su un ruolo ancora più consulenziale che possa aiutare le aziende – “stiamo dialogando tantissimo con i nostri clienti”, aggiunge – a intraprendere un percorso verso altre direzioni.
“Questi mesi difficili insegneranno anche quanto importante sia stare vicini alle persone con le cose che contano davvero”, accelereranno l’integrazione di on e offline, costringeranno a ridisegnare i budget “a vantaggio della qualità”, spiega il Chief Strategy Officer per ottenere un ritorno maggiore e non parametrato ai soliti KPI.
Ma cosa tiene sveglio la notte De Lisi in questa pandemia? “Il timore che duri troppo. Il tempo e il contesto socio-economico sono decisivi per la capacità dell’economia reale di reagire”.