Nella giornata di ieri hanno tenuto banco anche le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla vicenda
L’Agcom aprirà un’istruttoria ai sensi dell’articolo 43, comma 11 del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici sul caso della scalata di Vivendi a Mediaset.
Che martedì aveva presentato un esposto adducendo anche motivazioni come la violazione della disciplina di settore e il possibile ostacolo alle strategie di sviluppo di Mediaset in ragione del collegamento incrociato con Telecom Italia.
Nella giornata di ieri hanno comunque tenuto banco le dichiarazioni di Silvio Berlusconi intervenuto alla presentazione del libro di Bruno Vespa.
«Non immagino Mediaset non guidata dalla mia famiglia – ha detto – Noi ci troviamo nell’assurda situazione di non poter fare acquisto di azioni perché la legge italiana impone che un socio possa comprare solo il 5% all’anno. I francesi hanno avuto buon gioco ad acquistare il 29% e noi fermi al 40%. Per arrivare al 51% io spero che quei comitati per la difesa dell’italianità di Mediaset possano portarci a contare sul voto di circa il 20% delle azioni che sono nelle mani di differenti azionisti».
Berlusconi non ha usato mezzi termini: «Forse, per farci rinunciare alle cause che abbiamo intentato, (Vivendi) ha deciso un’azione di forza. Ci hanno fatto un ricatto, un’estorsione e quindi siamo in una battaglia di fronte a questa scalata ostile e pensiamo di resistere”.
Anche Pier Silvio Berlusconi, in occasione degli auguri ai dipendenti, ha dichiarato «Io, mio padre e la mia famiglia non arretriamo di un passo. Noi siamo qui e qui rimaniamo».
Mediaset lunedì ha presentato anche una denuncia alla Consob che ha iniziato a convocare le parti in causa. Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi, sarà sentito venerdì.
