Clienti e centri media stavano iniziando a mostrare una crescente perplessità e preoccupazione circa la certificazione dei dati in vista dell’acquisto spazi per il prossimo campionato di calcio
L’approdo della Serie A per 3 stagioni su Dazn ha fatto molto rumore aprendo nuovi scenari – a cominciare da chi si occuperà della raccolta e dai nuovi equilibri che si formeranno tra le concessionarie di pubblicità – e agitando qualche perplessità tra i centri media (e i clienti) che si troveranno alle prese con una piattaforma che al momento non è misurata da terze parti, come d’altronde gran parte dell’ecosistema digitale, né ha mai fatto post-valutazioni, punto critico per gli investitori pubblicitari.
Il problema non è sfuggito a UPA che non ha ancora espresso una posizione ufficiale, ma dovrebbe farlo a breve, considerando da sempre quello delle misurazioni ‘terze’ un tema importante e strategico. Un po’ più di perplessità serpeggia tra i centri media, soprattutto per gli stretti margini di tempo da qui alla presentazione dei palinsesti, alla partenza del campionato e alla pianificazione dei budget.
Ricordiamo che il calcio rappresenta un’occasione fondamentale per molti brand per colpire il target maschile, più sfuggente e difficile da raggiungere.
Secondo quanto risulta a Brand News, Dazn sarebbe però pronta a far misurare impression e viewability da tutti gli ad verificator presenti sul mercato per fornire agli investitori dati che non siano semplicemente auto-verificati.
E poi ci sarà anche il digitale terrestre, soprattutto per illuminare le aree meno coperte grazie all’accordo con Persidera, operatore di rete indipendente. Veronica Diquattro, Executive VP Southern Europe di Dazn, in un’intervista a La Stampa giovedì 1 aprile ha risposto alle preoccupazioni sulla scarsità di banda larga che fanno da sempre lamentare gli utenti per i problemi tecnici con la piattaforma, rassicurando sulla copertura e ribaltando il problema: la passione degli italiani sarà un cavallo di Troia per portare più tecnologia nelle case.
Inoltre, la proposizione editoriale punterà all’innovazione dei format, meno talk e più contenuti snack, accessibili da qualsiasi dispositivo, mentre la partnership con TIM dovrebbe garantire esperienza, know-how e nuove soluzioni da testare.
Rimane ancora aperta la questione sulla struttura che si occuperà della raccolta pubblicitaria. Rumors di mercato danno per interessate quasi tutte le principali concessionarie di pubblicità, ma tra le tante indiscrezioni circola anche quella secondo cui la piattaforma inglese sarebbe pronta a strutturarsi internamente per la raccolta.