Il Tar del Lazio ha respinto la domanda cautelare di IMH, Diego Della Valle e Pirelli relativa alla sospensione dell’Opas di Cairo Communication su Rcs, confermando in sede collegiale quanto già deciso in via monocratica il primo agosto.
L’udienza – scrive Reuters – sul merito dei ricorsi presentati dalla cordata composta da Andrea Bonomi, Diego della Valle, Mediobanca, Pirelli e UnipolSai, e sconfitta da Urbano Cairo nella battaglia per il controllo del gruppo editoriale, si terrà il 5 dicembre.
IMH nel suo insieme e alcuni dei suoi soci (Diego Della Valle e Pirelli) si sono rivolti al Tar del Lazio chiedendo di annullare la decisione di Consob che il 22 luglio, a offerte ormai concluse, aveva esaminato i loro esposti e non aveva trovato i presupposti per la sospensione cautelare dell’offerta concorrente, riservandosi eventuali ulteriori accertamenti.
Il Tar, si legge nell’ordinanza pubblicata oggi, spiega che che la normativa di riferimento non consente a Consob l’esercizio del potere cautelare/repressivo al di fuori del periodo di pendenza dell’offerta e che comunque, “una volta conclusa l’offerta, viene meno l’utilità e la stessa possibilità di un intervento cautelare del giudice amministrativo, che sarebbe sostanzialmente privo di oggetto”.
I giudici del tribunale amministrativo sottolineano anche che i profili relativi alle vicende di carattere societario, in sé considerati, appaiono ‘prima facie’ estranei alla loro giurisdizione e che “la posizione della parte ricorrente non rimane sfornita di tutela, in considerazione dei rimedi anche cautelari che l’ordinamento riserva nella materia societaria alla sede giurisdizionale ordinaria”.
La decisione di oggi non è però l’ultima tappa della vicenda giudiziaria presso il tribunale amministrativo, che deve ancora esprimersi sul merito dei ricorsi presentati dagli sconfitti, che contestano alcune irregolarità nell’operato dell’Opas vincitrice di Urbano Cairo.
In particolare nell’ordinanza si sottolina la rilevanza della tema che sarà dibattuto nell’udienza di merito “anche in considerazione degli ‘approfondimenti’ che, come emerge dagli atti di causa, la Consob sta tuttora effettuando con riferimento a profili significativi per il presente contenzioso (e di cui l’Autorità di Vigilanza dovrà dare conto con apposita documentata relazione da depositarsi tempestivamente ai fini del rispetto dei termini di rito)”.
Nessuno si aspetta in realtà alcuna conseguenza sull’assetto azionario di Rcs, ormai controllata al 60% da Cairo Communication e gestita in prima persona dall’imprenditore piemontese che ne è diventato presidente e AD. Secondo gli analisti, nel caso fossero riscontrate irregolarità si potrebbe arrivare al massimo a delle sanzioni.