In estate ha tenuto banco la querelle tra i 2 gruppi, fino a poche settimane fa alleati su Premium
Continuano le schermaglie tra Mediaset e Vivendi, in seguito alla rottura dell’accordo da parte del gruppo francese. In queste settimane estive i toni dei due ex alleati si sono accesi giorno dopo giorno, fino ad arrivare allo scambio di accuse sulla veridicita’ dei conti.
In occasione della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, Vivendi ha infatti detto che le cifre presentate da Mediaset su Premium “non sono reali e poggiano su basi artificialmente gonfiate”. Il gruppo francese ha condannato inoltre gli attacchi mediatici delle società della famiglia Berlusconi e ha detto che qualsiasi accordo con Mediaset potrebbe non ricevere il via libera della Commissione Ue prima della scadenza fissata il 30 settembre, di fatto rendendolo nullo..
Mediaset dal canto suo ha risposto sottolineando che quanto dichiarato da Vivendi “è destituito di ogni fondamento giuridico e commerciale”, mentre Fininvest ha riaffermato “l’assoluta linearità e correttezza dei comportamenti suoi e della controllata”.
Schermaglie e polemiche hanno fatto propendere tra gli analisti, soprattutto banche d’affari attente a capire le ripercussioni sui conti economici delle due societa’, un crescente pessimismo circa la possibilita’ del raggiungimento di un accordo di compromesso alternativo tra i due. Questo almeno secondo le dichiarazioni. Di fatto, nonostante l’escalation delle polemiche (senza contare la causa da 2 miliardi avviata solo come risarcimento, al netto del danno economico), una parte del mercato continua a scommettere invece su un’intesa in extremis sottoscritta dal gruppo guidato da Piersilvio Berlusconi e quello di Vincent Bolloré. Lo scontro totale dovrebbe essere controproducente per entrambi, ma maggiormente per Vivendi che dovrebbe venir giudicato da un tribunale italiano.
Due comunque i fatti sicuri da tenere conto: piu’ di una anno fa il mondo della pay guardava con apprensione l’arrivo di nuovi competitor come Netflix o Amazon. Oggi, a quasi un anno dallo sbarco in Italia del player che distrtibuisce serie e film via internet, i numeri sono davvero marginali: le stime parlavano di 280mila abbonati a gennaio, ma grazie alla spinta delle promozioni. Ora le indicazioni sono di circa 110mila contratti, ma potrebbero anche essere meno. Poca cosa.
Fallita l’intesa, Mediaset non cambiera’ strategia su Premium. Che non e’ mai stata, come hanno sempre ripetuto i vertici del Biscione, fare business, ma unicamente contenere la crescta di un pericoloso competiutor come Sky in Italia. Risultato che a Cologno reputano raggiunto, visto che da anni la pay tv di Murdoch e’ ferma poco sopra i 4,5 milioni di abbonati. E certo Cologno non ha nessuna intenzione di regalare all’avversario (ora anche sulla tv in chiaro con Tv8, Cielo e SkyTg24) i sui 2 milioni abbonati, il target pubblicitario della pay e ulteriori risparmi nell’acquisto dei diritti sportivi (se dovesse rimanere l’unica piattaforma a pagamento).