Nella ricerca pubblicata a giugno, in occasione dell’inizio dei Cannes Lions, l’associazione degli inserzionisti pubblicitari americani ANA aveva rilevato che più del 21% della spesa per la pubblicità programmatica va a finire su siti Made-for-Advertising (MFA).
Si tratta di siti di bassa qualità e a basso rendimento ‘fatti apposta per ospitare pubblicità’, raccattata grazie a una distribuzione degli annunci in programmatic poco accorta.
NewsGuard, società attiva nel monitoraggio e nel contrasto alla monetizzazione dei siti che diffondono disinformazione o contenuti d’odio, si è dunque attivata anche su questo fronte sviluppando una lista di inclusione No-MFA e una lista di esclusione MFA. In questo modo, gli annunci non finiranno su migliaia di siti di bassa qualità che si spacciano per siti di notizie.
Tra i casi osservati c’è quello del Santa Monica Observer, su cui appaiono molte affermazioni false e teorie del complotto (tra queste il fake conclamato su Paul Pelosi, il marito della Speaker della Camera Nancy Pelosi, che sarebbe stato aggredito da un amante), accanto alle quali sono apparsi gli annunci di decine di noti marchi. La tattica consiste infatti nel puntare sui titoli, sugli articoli e sulle immagini che funzionano meglio per attirare like e condivisioni sui social network. Da qui i lettori vengono indirizzati sul sito stesso, dove incontreranno gli annunci pubblicitari programmatici.
Le liste di inclusione ed esclusione proteggono dunque i brand da questo spreco di risorse, permettendo loro di investire nel giornalismo di qualità.
“Le liste di inclusione di NewsGuard, complete e curate dall’intelligenza umana, rappresentano il meglio del meglio della protezione”, ha dichiarato Gordon Crovitz, co-CEO di NewsGuard. “Forniscono un’ampia copertura e si basano su recenti revisioni dei siti effettuate da analisti di NewsGuard”.