Esplose le audience dei siti di salute (+31%), e-Government (+60%) ed education (+69%). Sulle properties di Google e Facebook si trascorre ormai oltre la metà (50,4%) del tempo complessivamente passato sulla rete.
L’emergenza sanitaria e i cambiamenti sociali hanno fatto aumentare l’utilizzo della rete da parte degli Italiani.
A Dicembre 2020 hanno infatti trascorso in rete il 26% di tempo in più rispetto ad un anno prima navigando in maniera estesa su contenuti e servizi on-line delle tipologie più diverse.
Il covid e il lockdown hanno poi fatto letteralmente esplodere l’audience dei siti di Salute, E-Government ed Education.
E’ quanto emerge dall’analisi di Comscore, che ha rilasciato i dati della audience online di dicembre 2020.
Confrontando i dati di dicembre 2020 con quelli dello stesso mese del 2019 emerge come siano 40,6 milioni gli Italiani che hanno navigato in rete; sulla popolazione maggiorenne la penetrazione dell’utilizzo di Internet raggiunge il 73% valore che, se da un lato fa registrare una crescita di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente, evidenzia chiaramente il perdurante divario con i paesi digitalmente più evoluti USA (90%) e UK (86%) ma anche con quelli a noi più vicini come la Spagna (84%).
Se carenze infrastrutturali e fenomeni di marginalità socio-economica impediscono l’accesso alla rete ad una fascia di popolazione ancora troppo ampia, coloro che invece navigano lo fanno in maniera più intensa, accedendo a un numero sempre maggiore di contenuti e servizi.
A dicembre 2020 sono ben 9 (Entertainment, News e Information, Social Network, Retail, Lifestyle, Instant Messaging, Technology, Sport, Health) le categorie di contenuti che hanno fatto registrare un’audience superiore ai 30 milioni di Visitatori Unici mensili, mentre sono diventate 15 (a fronte delle 7 di Dicembre 2019) le singole properties che vantano una reach superiore al 60%.
Le audience delle categorie di contenuto connesse ai cambiamenti generati dalla pandemia e dal lockdown sono poi quelle maggiormente aumentate: i visitatori unici della categoria Education sono incrementati del 69%, quelli della categoria Government del 60% e quelli della categoria Salute del 31%.
Analizzando invece le app con i più alti tassi di crescita in termini di utilizzatori si segnala l’esplosione di quelle per il lavoro (Teams e Zoom) e la didattica a distanza (Google Classroom) ma anche di quelle legate a servizi di pubblica utilità come l’app IO che a dicembre 2020 raggiunge i 9,3 milioni di utilizzatori o Poste ID che arriva a 7 milioni.
Il tempo speso online a dicembre 2020 si attesta a 2 ore e 46 minuti medi giorno per utente con una crescita di ben il 26% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
L’aumento maggiore, ovvero il 38%, si registra sulle fasce di popolazione più giovani (18-24) che passano mediamente sulla rete 3 ore e 34 minuti al giorno a fronte delle 3 ore e 5 minuti della fascia d’età 25-34 (+29% su Dicembre 2019) e delle 2 ore e 35 minuti dei 35+ (+19% su Dicembre 2019).
Il traffico in app rappresenta ormai il 73% del tempo totale speso (+ 6 punti percentuali rispetto a dicembre 2019) e sulle properties di Google e Facebook (cui appartengono le app più utilizzate) si trascorre ormai oltre la metà (50,4%) del tempo complessivamente passato sulla rete.
I contenuti con il maggior livello di coinvolgimento sono Intrattenimento (18%), Social Network (24%) e Instant Messaging (16%); categorie che insieme assorbono il 58% del tempo passato su Internet dalla popolazione maggiorenne.
Partendo dal dato di dicembre 2019 e analizzando l’impatto della pandemia e del lockdown sulle dinamiche del tempo speso, si osserva la crescita significativa del consumo di informazione in concomitanza delle due ondate dei contagi e la sua normalizzazione durante il periodo estivo con un trend simile a quello mostrato da Social Network e Instant Messaging.
La quota di tempo dedicata ai contenuti di intrattenimento ha invece segnato un aumento costante durante tutto il corso dell’anno, mentre le categorie Automotive e Turismo continuano ad attestarsi su livelli molto inferiori a quelli di dicembre 2019 avendo particolarmente risentito della crisi sanitaria.