La nuova edizione dell’Edelman Trust barometer rivela una situazione generale di stagnante sfiducia nei confronti di industria, governi, media e ong, con picchi in alcuni paesi
Lo scorso anno era stato il primo a segnalare l’esplosione delle fake news e l’implosione della fiducia, tema che poi ha tenuto banco per tutto il 2017: la nuova edizione dell’Edelman Trust Barometer rivela una situazione generale di stagnante sfiducia da parte delle persone nei confronti di industria, governi, media e ONG con picchi che in alcuni paesi, a cominciare dagli USA, appaiono drammatici e un cambio di atteggiamento nei confronti dei media.
Polarizzazione. Secondo le rilevazioni, effettuate tra ottobre e novembre 2017, per la prima volta si sta allargando il gap tra paesi: ai due estremi si trovano USA – con 37 punti percentuali in meno a livello aggregato tra le istituzioni – e la Cina, dove invece il sentiment positivo ha guadagnato 27 punti.
Sfiducia. A livello globale, quasi 7 persone su 10 del campione ‘popolazione generale’ si dicono molto preoccupate dalle notizie false o dall’uso di false informazioni come armi per guerre asimmetriche, e il 59% dice di aver difficoltà nel riconoscere se una notizia sia stata prodotta da un media credibile.
In questo ambito, i media sono l’istituzione che raccoglie meno fiducia in assoluto da quando esiste il Trust Barometer, ma allo stesso tempo la credibilità dei giornalisti è cresciuta in modo notevole.
Edelman spiega che questo paradosso è prodotto da una definizione troppo ampia di media che comprende anche le piattaforme tecnologiche. Presi separatamente, però, il giornalismo guadagna 5 punti sul barometro della fiducia, mentre social e motori di ricerca ne perdono 2.
Saperi esperti. Perde terreno anche la fiducia nei pari come fonte di notizie e informazioni sui social e torna ai livelli più bassi da quando esiste il Trust Barometer, mentre riprendono quota i saperi esperti, con tecnici e accademici in prima linea: una sorta di ‘effetto Burioni’ (il virologo dell’Università San Raffaele che combatte sui social contro le bufale para-scientifiche, ndr) esteso a livello globale. “In un mondo in cui i fatti sono sotto assedio, le fonti accreditate stanno dimostrando di essere più importanti che mai”, ha commentato Stephen Kehoe, Global Chair, Reputation, sottolineando che la fiducia delle persone nelle piattaforme “sta collassando, lasciando un vuoto che gli esperti possono colmare”.
Aziende responsabili. Cresce la fiducia nel mondo degli affari, e di conseguenza la responsabilità delle aziende, come agente di cambiamento, con il 64% delle persone convinte che un’impresa possa al tempo stesso fare profitti e migliorare le condizioni economiche e sociali della comunità dove opera.
Italia. Nel report si nota come in Italia il 54% della popolazione si definisca disinteressato all’informazione, la fiducia nei media sia calata del 3%, quella nelle piattaforme tecnologiche sia diminuita del 5%; mentre la fiducia nelle imprese e’ aumentata del 14% (rispetto al 2016), quella nelle ONG e’ crollata del 13% (un livello molto più alto della media, effetto della campagna contro l’impegno delle organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo, ndr) e quella nel governo del 4%.
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