I cittadini italiani registrano un buon livello di fiducia, migliore di quello dei loro omologhi europei, secondo la nuova edizione dell’Edelman Trust Barometer.
L’amministratore delegato dell’agenzia Fiorella Passoni ha presentato i dati italiani dello studio 2022, di cui avevamo anticipato i contenuti a livello globale.
Se l’indice generale della fiducia tocca quota 53, davanti a Francia e Germania ma dietro l’Olanda, vediamo che la categoria che più la merita è quella del Business stabile al 59%, seguito dalle NGO in crescita di sei punti (al 54%) mentre i Media sono fermi al 50%, un passo indietro al Governo (al 49%) che perde due punti rispetto allo scorso anno quando, invece, ne aveva guadagnati 10.
Al netto della guerra e della situazione internazionale attuale, le principali paure degli italiani dopo due anni di pandemia riguardano l’occupazione, con il 93% che teme di perdere il posto di lavoro, l’83% è preoccupato dagli effetti dei cambiamenti climatici mentre aumenta di 6 punti la paura di perdere la propria libertà come cittadini (70%) che, nel resto del mondo, è del 65%. Solo il 27% crede in un miglioramento delle condizioni di vita (la media globale è del 51%).
“Quella della perdita del lavoro è una paura che si è modificata nel corso degli anni e, se in pre-pandemia era legata alla delocalizzazione delle fabbriche e all’automazione, oggi è il timore di non essere adeguatamente formati a fare la parte del leone – commenta Fiorella Passoni -. Oggi è necessario considerare la formazione costante e il re-skilling come beni di prima necessità su cui i leader dovranno necessariamente esprimersi”.
Degni di fiducia si dimostrano i datori di lavoro (stabili al 76%), gli scienziati (77%, + 5 pp), mentre resta altissima la fiducia nei propri colleghi di lavoro (71%), nelle autorità sanitarie nazionali (in salita di 10 punti al 68%) e nel proprio ceo (60%).
Proprio i ceo e le imprese, secondo il 72% degli italiani intervistati, dovrebbero informare e alimentare il dibattito pubblico su temi sociali come cambiamento climatico, lavoro/economia, tecnologia/automazione e su temi più legati ai diritti come l’equità degli stipendi, la discriminazione o l’immigrazione. Significativa anche la richiesta che le aziende rivestano un ruolo più “sociale”. In Italia oggi il 60% dei consumatori, il 57% dei lavoratori e il 56% degli investitori sceglie il posto di lavoro e i brand da acquistare o in cui investire in base ai propri valori e convinzioni, in linea con il trend che si registra a livello globale.
“Le aziende hanno un ruolo sociale cui non possono più sottrarsi – ha aggiunto Fiorella Passoni -. Questo non vuol dire che il Business debba sconfinare nella politica: le aziende dovranno occuparsi di policy e non di politics, ossia di fatti concreti, per rassicurare le persone sul proprio futuro, fornendo loro informazioni affidabili e chiare. In questo quadro, come emerso dall’ultimo Forum di Davos, è importante sottolineare il ruolo strategico della comunicazione che, grazie alla sua capacità di formare le abitudini, sarà fondamentale per il recovery di alcune industry come, ad esempio, quella del turismo. Sarà però necessario che le aziende, ma anche tutte le istituzioni, cambino la propria narrazione facendola diventare più diretta, positiva ed empatica”.
La preoccupazione degli italiani tocca anche l’informazione, con quasi 8 su 10 che temono il proliferare delle fake news, anche se solo il 35% verifica una notizia prima di condividerla. Meglio comunque che nel resto del mondo, in cui questa percentuale è di appena uno su quattro (26%).
Quello della qualità dell’informazione all’interno della società è uno dei temi approfonditi dal Trust Barometer che, dall’analisi dei dati relativi ai 28 Paesi coinvolti, ha rilevato un livello di fiducia mediamente più alto tra gruppi ad alto reddito (62%) rispetto a quelli a basso reddito (47%). Un “gap sociale” che però si riduce grazie alla buona informazione, visto che tra i “ben informati” a basso reddito l’indice di fiducia sale al 57% mentre si ferma al 55% tra i “meno informati” con alto reddito.
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