Il 2016 è stato un anno complessivamente positivo per il potenziale di innovazione italiano: lo conferma l’ultima edizione dell’Assirm Innovation Index, l’indicatore che misura la capacità di un paese di promuove e generare innovazione.
Ideato da Assirm, l’Innovation Index nell’ultimo trimestre 2016 segna uno stacco in positivo dello 0,2% rispetto ai trimestri precedenti e porta la spinta innovativa a +1,1% rispetto a inizio anno, nonostante il clima d’attesa che si era creato a causa del referendum costituzionale, come sottolinea Guendalina Graffigna, Direttore del Centro Studi Assirm.
Però il confronto con altri paesi in Europa non è particolarmente consolante: la crescita della dinamica di innovazione sembra essere timida e lenta, soprattutto in rapporto agli andamenti di Portogallo e UK.
Per Maurizio Pessato, membro del Comitato Scientifico di Assirm, pesano da una parte la necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici e reindirizzare le risorse dello Stato, dall’altra la scarsa consapevolezza dei privati che la competitività passa per l’innovazione.