Fronte new business sono almeno 50 le gare in corso, in crescita non solo il media anche creatività e PR
Per Wpp e GroupM l’anno si sta chiudendo bene, con una previsione di crescita del 13,8% per il mercato pubblicitario italiano, stimata dalla struttura di investimenti media migliorabile fino a un +15%. Nel confronto con il 2020, tutti i mezzi eccetto la stampa registrano un andamento positivo: tv +13%, digital +20%, radio +8%, cinema +3%, out of home +5% mentre la stampa, pur in crescita rispetto all’anno scorso, rimane in territorio negativo a -7%.
«Tv e digitale la fanno da padrone e vanno bene anche radio e affissioni. Le nostre stime restano positive anche per il 2022 con una previsione del crescita del 5%, in quello che potrebbe essere finalmente l’anno dell’addressable» hanno dichiarato a margine del Forum Wpp Massimo Beduschi, Italy Chairman, e Simona Maggini, Italy Country Manager della holding.
Il budget che il gruppo ha presentato per l’anno prossimo è positivo anche se potrebbe essere un problema l’impatto di fenomeni macro-economici come la crisi inflattiva e quella delle materie prime. L’innalzamento dei contagi non preoccupa invece il gruppo, almeno finché sarà sotto controllo. Rispetto agli anni scorsi, quando il media era la parte più profittevole, l’andamento è positivo anche per creatività e PR. Fronte new business, sono almeno una cinquantina le gare in corso. Nell’ultimo trimestre Wpp ha vinto, tra le altre, le gare globali di Coca-Cola, Deutsch Bank, Beiersdorf, Bayer, Unilever.
Oltre a continuare a lavorare sul posizionamento di ‘creative transformation company’, Wpp sta conducendo un’azione di sensibilizzazione con ministeri come quello dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze per valorizzare il ruolo della comunicazione all’interno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ovvero far sì che venga comunicato bene ciò che viene fatto con i fondi del piano e i progetti di trasformazione digitale della pubblica amministrazione, della sanità e dell’istruzione. Anche se il problema, quando si entra nel mondo del pubblico, rimane sempre lo stesso: la mancanza di un’organizzazione che si occupi della comunicazione in modo coordinato, in cui lavorino professionisti esperti della materia, in modo che i budget vengano assegnati in modo trasparente e le idee vengano valorizzate. Come esempio negativo un caso su tutti: la gara a promozione del ‘made in Italy’.