Per il presidente di UPA il mercato degli investimenti pubblicitari “chiuderà con una sostanziale tenuta” ma la grande incognita riguarda il 2023″. Mercato pubblicitario unito sulla nuova Audipress/Audiweb che dovrebbe partire a gennaio
Le aziende hanno saputo reagire, non mollando la presa sulla comunicazione nonostante le oggettive difficoltà, addirittura maggiori per alcuni settori trainanti, e il mercato degli investimenti pubblicitari nel 2022 “chiuderà con una sostanziale tenuta”. Che in realtà è una perdita contenuta, nell’ordine dell’1 o del 2%, ma che potrebbe poi rivelarsi anche attorno al 3%. In apertura dei lavori di Branding e-volution, il presidente di UPA ha fatto il punto sulla situazione, argomento che ha poi ripreso confrontandosi con i giornalisti.
La grande incognita (e la grande preoccupazione), ha detto Lorenzo Sassoli, riguarda però il 2023, in particolare per il primo trimestre dell’anno. “Tutti i timori sono di fatto legati all’energia e al gas”, ha spiegato. “Le aziende non sanno se riusciranno a produrre o avranno limiti della produzione e quindi nella distribuzione dei prodotti. In una situazione come quella attuale è impossibile anche preparare i budget perché è impossibile dare una voce fissa ai costi”.
L’impatto dell’inflazione. Una situazione che avrà un impatto anche sul fronte inflattivo. “A oggi industria e distribuzione hanno fatto sacrifici per limitare l’impatto dell’inflazione il cui aumento si aggira attualmente intorno all’8 e 10% a fronte di un aumento dei costi medi per l’alimentare del 15-16%. Quindi è possibile che vi siano ancora nuovi ritocchi”.
Circa l’esito delle elezioni Sassoli non si sbilancia, ma ha affermato che la chiarezza dello scenario dettato dal voto è un elemento positivo in quanto riduce l’incertezza, che solitamente influenza negativamente i budget delle aziende.
Quanto al tema ricerche, domani 30 settembre sarà la deadline dettata dall’Agcom per inviare il questionario relativo ai pareri degli operatori circa il progetto Audipress/Audiweb. Sarà una risposta forte perché da tutti gli operatori, UPA compresa, arriverà una riposta comune concordata. «Un segno di unità. Quindi siamo fiduciosi che da gennaio 2023 si possa dare il via alla fusione creando la nuova società. E già entro la fine del prossimo anno avere dei dati» ha commentato il presidente UPA.
Lo sguardo al 2024. Sul tema della ricerca, Sassoli ha poi messo in evidenza continuità e differenze rispetto all’edizione 2020 dello studio: continua la necessità di misurare l’efficacia del branding e la cross-medialità, quella di far cultura su investimenti digitali troppo orientati alla performance e quindi a rischio di generare problemi di redditività e di benessere della marca nel lungo periodo, quella di poter operare in contesti editoriali autorevoli e in linea con i valori delle marche.
Le differenze rispetto al 2020 sono l’evidente evoluzione digitale della TV, lo spazio di branded content, brand purpose e influencer marketing e come misurarne gli impatti. Lo sguardo finale di Sassoli è rivolto lontano al 2024. “Se anche il prossimo anno dovesse essere un anno di recessione, dobbiamo già sapere che si tratterà di una fase transitoria verso il 2024, quando avremo una certa autonomia energetica”.