Il CEO di Omnicom Media Group Marco Girelli stima un calo del mercato pubblicitario del -30% a marzo, -60% ad aprile e -40% a maggio se ci sarà uno scenario di ‘lenta ripresa’
Lo scenario degli investimenti pubblicitari tracciato da Marco Girelli, CEO di Omnicom Media Group, è anche più severo di quello suggerito dai rispondenti alla survey di BrandNews: un calo vicino al -30% nel mese di marzo, uno sprofondo che tocca il 60% in aprile e potrebbe recuperare qualcosa in maggio, nell’ordine del -40%, immaginando una lenta ripresa che potrebbe portare la chiusura del 2020 in una forbice tra -20% e -25%.
“È fermo il mercato dell’auto, ma anche il largo consumo ha dovuto bloccare gli investimenti perché tanta comunicazione era stridente”, nota Girelli per il quale il grande problema sarà la liquidità. “Il costo delle materie prime rischia di essere una variabile importante, l’export è bloccato, la tutela dei lavoratori e la rimodulazione dei cicli produttivi: le aziende hanno questi problemi non da poco da affrontare”.
Cosa succederà a settembre? “Penso a una ripartenza lenta, anche se spero in una ripresa a V, ma credo sia poco probabile. Sarà un mercato turbolento, ripartiranno le grandi gare – tante non si sono fermate neanche in queste settimane – e l’autunno potrebbe essere un momento di grandi verifiche e di grandi opportunità e innovazioni, ci sarà la necessità di trovare un modo nuovo di fare le cose, di rivedere le strategie di comunicazione e di adeguarci a nuovi strumenti”.
Lavoro agile. “Il coronavirus ci ha fatto comprendere in concreto cosa sia l’agile working. La forzata clausura ci ha fatto capire tantissime cose, ci ha fatto provare la capacità della tecnologia di connettere le persone, ma ci ha anche fatto sentire quanto sia importante il contatto con gli altri. Ha reso evidente quanto sia importante avere organizzazioni distribuite in alternativa a quelle tradizionali, soprattutto nella nostra professione, basata su collaborazione e organizzazione, l’importanza di organizzarsi autonomamente e della fiducia”.
Alfabetizzazione digitale. “Un altro aspetto interessante è l’alfabetizzazione digitale a tappe forzate di una grande fascia della popolazione, un corso accelerato che influenzerà in modo potente anche le nostre strategie di comunicazione e il mondo degli eventi, che stanno subendo drammaticamente questa situazione. Gli eventi torneranno, certo, ma con un nuovo equilibrio e anche questo modificherà il modo di costruire le strategie di comunicazione, adeguandoci a nuovi strumenti”.
Purpose brand. Per Girelli questo è anche il momento dei purpose brand, del recupero di valori dimenticati, delle cose concrete. “Il tempo dirà se questi cambiamenti si consolideranno, molto dipende da quanta memoria hanno le persone”.