Gli investimenti in influencer marketing crescono (+8% sul 2021) e sfiorano i 300 milioni di euro secondo le stime presentate in occasione del convegno organizzato da UPA
Quello dell’influencer marketing è un ambito ancora in grande evoluzione “che merita di essere seguito da vicino fino allo stadio di media affidabile”: lo ha detto il presidente UPA Lorenzo Sassoli aprendo i lavori del convegno Influencer Marketing 2022 con cui l’associazione che rappresenta i grandi investitori pubblicitari fa il punto sul legame tra aziende, consumatori e il variegato universo che sta sotto l’etichetta influencer.
Nel 2022 l’81% delle aziende sentite da UPA ha investito 294 milioni di euro, l’8% in più dell’anno precedente.
Al di là dei numeri, che danno a questo settore una dimensione più vicina agli investimenti della radio (362 milioni nel 2021) che al cinema (5,5), Sassoli ha raccolto alcuni concetti chiave, frutto delle ricerche e delle analisi presentate nel corso della giornata. Uno è ibridazione, sia tra on e offline, che tra influencer reali che, soprattutto, tra media e marketing perché “tutto quello che sta nascendo oggi è un ibrido”. Un altro è affinità, affinché i valori siano il più possibile allineati a quelli della marca, producendo contenuti di qualità e all’insegna della correttezza.
Alle aziende investitrici Sassoli ha ricordato l’importanza di brief precisi, non generiche guide, senza per questo limitare lo stile comunicativo del creator, e dell’uso strategico dell’influencer con un rapporto di medio-lungo termine che permetta di accumulare dati e insight.
Infine la misurazione: la relazione tra investimenti e risultati è certamente il punto più delicato, ma segmentazione e specializzazione vengono in aiuto, ha aggiunto. Più l’influencer è capace di segmentare, più è possibile misurare i ritorni, ma ci sono casi come l’editoria libraria in cui la correlazione tra influencer e vendite è diretta, ha spiegato Sassoli, così come è utile monitorare le visite al sito web aziendale per verificare l’efficacia dell’attività.
Mezzo o testimonial? Per Sassoli l’influencer è entrambe le cose e infatti gli investimenti sono collocati sia nel media che nel marketing, come spiega in dettaglio la ricerca. Quanto alla nascita di Assoinfluencer, per il presidente UPA il sindacato di influencer e content creator è “un’ottima notizia, perché rende più facile il confronto con il comparto”, purché l’associazione sia realmente rappresentativa.