Lo spreco di risorse dall’esplosione dell’ecommerce durante la pandemia e la crescente consapevolezza dei consumatori stanno ispirando diverse start-up nell’ideazione di strategie di packaging riutilizzabili. Se, infatti, una parte dei materiali utilizzati per le spedizioni è riciclabile, dal cartone agli imballi con le bolle, la grande maggioranza finisce in discarica.
Il riuso è comunque ancora allo stato nascente e secondo diversi analisti dovrebbe riguardare più le strategie di circolarità che i materiali. In questo spazio sta lavorando Closed Loop con una serie di test e obiettivi a lungo termine per la creazione di un sistema di riutilizzo che coinvolga brand, clienti e istituzioni.
Per ora, il maggior potenziale è nei servizi in abbonamento di prodotti ricaricabili come quello creato da TerraCycle e cui partecipano molti grandi brand del largo consumo.
Un altro terreno di sperimentazione è quello delle borse da spedizione riutilizzabili: la start-up Returnity ha avviato un test con thredUp, nelle vesti di cliente e investitore, e con Rent the Runaway.
Una soluzione simile è stata adottata dalla piattaforma di ecommerce Olive che offre a clienti un’opzione di spedizione riutilizzabile. Secondo Returnity, quando si superano tra i 7 e i 10 cicli di riutilizzo si rientra nei costi e si raggiungono benefici per l’ambiente.
Infine, Trashless sta sperimentando un sistema di consegna che permette di recuperare sacchetti di consegna e contenitori per centinaia di prodotti alimentari, evitando che i sacchetti monouso finiscano nel flusso dei rifiuti.