La nuova campagna di Lola Mullen Lowe per Dove è un’ulteriore declinazione dell’impegno preso dal brand Unilever per combattere gli stereotipi e le rappresentazioni tossiche del corpo femminile.
Questa volta la protagonista è l’avatar di una gamer della quale il breve film racconta la vita vera quando il gioco è finito. Il video mostra il personaggio in una pausa del gioco quando, dopo aver battuto un alieno, si spoglia delle parvenze ipersessualizzate in cui si sente a disagio e rivela il suo molto più confortevole vero sé. Alla ripresa del gioco, ritorna in campo, questa volta con un avatar che le assomiglia decisamente di più.
A supporto della campagna c’è una serie di attività con partner dell’industria del gaming, compreso il team di Unreal Engine di Epic Games e l’organizzazione Women in Games, volte a scardinare gli stereotipi di bellezza e attrezzare le generazioni più giovani di sviluppatori e giocatori con strumenti per coltivare la propria autostima.
Il film, racconta l’agenzia, è basato sulla storia vera di Cinthia, una delle 4 protagoniste che Lola Mullen Lowe ha trasformato in avatar scaricabili per tutti gli sviluppatori che partecipano alla campagna, a sua volta ispirata a una ricerca di Dove secondo cui il 60% delle gamer e il 62% delle donne si sentono travisate dalla rappresentazione del corpo femminile nei video gaming e oltre 1/3 delle ragazze si sente ferita dalla mancanza di diversità.