Da regole “inesistenti o troppo deboli” a una batteria di misure che inquadra l’attività dei 150mila influencer in Francia.
Le ha presentate il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, sottolineando che l’influencer marketing è “un formidabile vettore di creatività e ricchezza economica, radicato nel quotidiano delle persone”, ma che non si può proseguire senza regole e che la Francia sarà il primo paese a inquadrare l’influencer marketing.
Dopo tre mesi di concertazioni aperte anche ai cittadini comuni, il ministero dell’Economia ha indicato una serie di obbligazioni.
Tra le diverse misure adottate, la principale è che le regole che valgono per i media tradizionali devono essere applicate anche ai social, in particolare nell’ambito di certi beni e servizi come chirurgia estetica, salute, bevande alcoliche, prodotti finanziari, scommesse sportive.
Inoltre, la prestazione economica tra influencer e brand richiederà obbligatoriamente un contratto scritto, ci sarà un controllo da parte delle Authority per rispondere alle segnalazioni degli utenti – che avranno a disposizione anche un’app – e per far rispettare le regole attraverso nuovi poteri sanzionatori.
Per quanto riguarda le piattaforme, il ministero dell’Economia sottolinea che dovranno collaborare secondo un “protocollo di impegni reciproci”, mentre le associazioni dei consumatori avranno uno status speciale così che le loro segnalazioni abbiano la precedenza da piattaforme e autorità.
Una foto o un video postati da un influencer senza indicazione della sua natura pubblicitaria sarà considerata una pratica ingannevole e sanzionata con una multa fino a 300mila euro e 2 anni di carcere.
Il Governo emanerà una guida con le buone pratiche per influencer e creatori di contenuti che renderà obbligatorio specificare se sia stato fatto uso di un filtro o di ritocchi, per evitare “effetti psicologici distruttivi”.
In gennaio, l’Agenzia per il controllo delle frodi (DGCCRF) ha pubblicato un’indagine che ha svelato molti abusi, ma una parte del settore dell’influencer marketing francese ritiene che si tratti di una minoranza e chiede al governo regole meno stringenti.