Lunedì scorso PepsiCo ha annunciato l’accordo per acquisire SodaStream, nota per i suoi gasatori per produrre in casa acqua frizzante e bibite.
L’operazione valutata 3,2 miliardi di dollari è vista da PepsiCo come strategica. SodaStream è infatti un business complementare a quello in cui è attiva la multinazionale e si basa su due elementi cruciali: una distribuzione al consumatore finale in gran parte gestita direttamente e l’eliminazione della plastica dalla filiera.
“PepsiCo e SodaStream sono un’accoppiata stimolante. Il ceo Daniel Birnbaum e il suo team hanno creato un’azienda eccezionale che offre ai consumatori la possibilità di creare bevande riducendo i rifiuti” ha dichiarato la ceo di PepsiCo Indra Nooyi, mentre il suo successore Ramon Laguarta, ceo eletto che sarà in carica da ottobre, aggiunge “SodaStream è altamente complementare e incrementale al nostro business. Si aggiunge alla nostra gamma di acque in continua crescita e aumenta la nostra capacità di offrire soluzioni beverage domestiche in tutto il mondo. Da prodotti come Drinkfinity a distributori come Spire e Aquafina, PepsiCo sta cercando nuove strade per raggiungere i consumatori al di là delle bottiglie”.
C’è in più l’aspetto direct to consumer: Sodastream distribuisce sì i suoi gasatori, capsule e aromi in 80mila negozi in 45 paesi e via e-tailer ma gestisce buona parte della distribuzione direttamente sia on che offline, un po’ come fa Nespresso, svincolando l’azienda dalla dipendenza dai retailer e gestendo autonomamente i dati dei consumatori. L’acquisizione dovrebbe concludersi per gennaio.