Aumentano i consumi di birra in Italia ma l’import corre più veloce della produzione made in Italy

Nel 2022 produzione e consumi di birra in Italia crescono e superano i risultati raggiunti nel periodo pre-pandemico ma l’incremento dipende in buona parte dai consumi di birra importata rispetto alle produzioni nazionali. Il report di AssoBirra

Aumentano i consumi di birra in Italia ma l’import corre più veloce della produzione made in Italy
Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra

Aumentano i consumi di birra in Italia ma l’import corre più veloce della produzione made in Italy.

A fotografare lo stato di salute del comparto birrario è l’Annual Report 2022 di AssoBirra secondo il quale, rispetto al 2021, l’anno scorso i consumi interni di birra hanno registrato un aumento del 6%, la produzione nazionale è cresciuta del 3,3% e l’export ha messo a segno risultati in linea.

Nel 2022 si registra inoltre l’incremento della birra importata in Italia dai Paesi esteri, una crescita che ammonta al 10% (7,8 milioni di hl nel 2022 vs 7,1 milioni di hl nel 2021) ed è quindi decisamente più sostenuta rispetto a quella delle produzioni Made in Italy.

Secondo i numeri di AssoBirra, l’anno scorso, la produzione di birra ha raggiunto quota 18,4 milioni di ettolitri, superando il 2021 (17,8 mio/hl). Anche i consumi crescono, attestandosi a 22,3 milioni di ettolitri, in aumento di oltre un milione rispetto all’aggregato 2019.

Da notare soprattutto, la capacità di ripresa del fuori casa che rimbalza del 20,9% rispetto al 2021, ritornando a coprire il 35,8% (vs 32,6% nel 2021) dei consumi nazionali, una quota in linea con le proporzioni pre-covid. In modo complementare, nel 2022 il peso delle vendite della grande distribuzione decresce del 4,7% (64,2% vs 67,4% nel 2021).

Quanto all’export, la quota si attesta a un soffio dal record marcato nel 2021 (3,8 milioni di ettolitri contro i 3,9 dell’anno precedente), con consumi in crescita prevalentemente nel Regno Unito (48,2% dell’export complessivo contro 46,9% del 2021), seguito da Stati Uniti (9,1% vs. 8,6%), Francia e Paesi Bassi (al 4,3% ciascuno), Albania (4,2%). Le importazioni continuano a crescere attestandosi a 7,8 milioni di ettolitri di birra importata, in aumento rispetto ai 7,1 del 2021 e i 6,4 del 2020 e che superano anche il massimo raggiunto nel 2019, ovvero 7,4 mio/hl.

LE SFIDE DEL COMPARTO

In virtù del contesto attuale, AssoBirra ritiene urgente prendere decisioni chiare sul versante fiscale, che consentano alle aziende della filiera birraria di tornare a dedicare risorse economiche e generare una crescita sostenibile nel tempo. Le marginalità sono strutturalmente sotto pressione lungo tutta la filiera brassicola: agricoltura, trasformazione, produzione, logistica, trasporti, grande distribuzione e ristorazione hanno bisogno di tornare ad investire sul proprio business, per generare ricchezza per il Paese.

Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra, dichiara: Confermiamo la preoccupazione per la produzione di birra in Italia, spesso in crescente svantaggio rispetto a quella estera, che gode in alcuni casi di un fattore competitivo importante: accise anche quattro volte inferiori, come nel caso della Germania, rispetto a quelle pagate in Italia. La birra, infatti, è l’unica bevanda da pasto che ne è gravata, un’anomalia che ha un impatto su tutti: produttori, distributori e consumatori».

Il comparto birrario italiano occupa quasi 120 mila operatori in circa 850 aziende, crea un valore condiviso di 9,4 miliardi di euro (equivalente allo 0,53% del PIL) e soprattutto – unica fra le bevande da pasto – versa all’Erario oltre 700 milioni in accise annue che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria.

Aumentano i consumi di birra in Italia ma l’import corre più veloce della produzione made in Italy ultima modifica: 2023-05-18T16:58:06+02:00 da Redazione

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