Aperta fino al 30 settembre a cittadini e operatori del settore, indagherà le mutate abitudini di fruizione
Possono partecipare anche i cittadini alla consultazione pubblica – aperta fino al prossimo 30 settembre – che la Commissione Europea ha lanciato in vista della revisione della direttiva sui servizi media audiovisivi in calendario il prossimo anno.
I temi sono numerosi, dalla valutazione dell’attuale scenario audiovisivo e i miglioramenti da attuare, alla protezione degli spettatori, in particolare i bambini, dalla regolamentazione della pubblicità online al ruolo e alle responsabilità dei diversi attori del mercato, che siano broadcaster TV, provider di servizi on-demand, operatori delle telecomunicazioni e servizi internet.
La consultazione ha l’obiettivo di ottenere riscontri non solo dagli operatori del mercato, le organizzazioni pubbliche, le associazioni dei consumatori, ma anche dagli spettatori stessi in quanto utilizzatori di servizi media audiovisivi, che siano i tradizionali canali TV o i servizi online come Netflix, iTunes, YouTube, DailyMotion, HBOGo, e altri ancora.
È la prima volta, sottolinea il comunicato della Commissione, che ai rispondenti viene offerta un’ampia gamma di opzioni: oltre a rispondere alle domande, è possibile anche inviare le proprie idee su come migliorare la legislazione, raccontare la propria esperienza di utilizzatori e creare sondaggi per chiedere l’opinione di altre persone, grazie a una piattaforma online dedicata.
Che lo scenario audiovisivo sia profondamente mutato, lo dimostra anche il workshop organizzato da Mediaset sulla redistribuzione e il riutilizzo dei contenuti nel mercato digitale.
La Commissione Europea riconosce che la regolamentazione nel campo dei servizi media audiovisivi “ha un impatto diretto sui cittadini e gli affari” in un settore vitale per l’economia europea con un immenso potenziale di crescita.
Ma anche soggetto a drastiche rimodulazioni, come dimostrano i tagli annunciati dalla BBC e le mutate abitudini dei consumatori.
Tra gli obiettivi dell’applicazione della direttiva, la definizione di un nuovo sistema di regolamentazione – regolato dalla Direttiva o tramite accordi di auto-regolazione – visto che l’attuale direttiva si applica a TV e servizi on-demand, ma non a servizi internet come YouTube e Vimeo e che i broadcaster sono soggetti a regole più severe in alcuni ambiti.
Inoltre, è ormai evidente che il tradizionale televisore è solo uno dei dispositivi da cui accedere a contenuti video: la Commissione stima infatti che entro il 2019 l’80% del traffico internet sarà assorbito dal consumo di video.