Centromarca avverte: la sostenibilità è ancora centrale per la comunicazione di marca, con meno slogan e più fatti concreti

Il 44% degli italiani ritiene che le iniziative di sostenibilità dell’IdM siano essenzialmente di strategie di marketing per conseguire vantaggi competitivi

Il 72% degli italiani considera una “responsabilità etica imprescindibile” il mantenimento degli investimenti per lo sviluppo sostenibile da parte dell’Industria di Marca, ma oltre 1/3 del campione chiede meno slogan e più elementi concreti e verificabili. Sono alcune delle evidenze emerse dalla ricerca commissionata da Centromarca, realizzata da SWG e presentata al Salone della CSR a Milano.

Secondo la ricerca, le iniziative in campo ambientale sono le più attese (indice di priorità 43), seguite dagli interventi in ambito sociale (31) ed economico (25). L’indagine, condotta nel mese di luglio su un campione di 2.012 over 18 anni, rivela che il 69% degli intervistati è molto o abbastanza convinto del fatto che la sostenibilità – se ben interpretata e comunicata – possa essere un vantaggio competitivo per la marca.

Fattore marketing. Si percepisce di più l’impegno ambientale (38%) che quelli sociale (28%) ed economico (22%), sempre e comunque con un certo distacco: se il 28% considera che le IdM documentino seriamente i loro impegni in fatto di sostenibilità, il 44% ritiene che si tratti essenzialmente di strategie di marketing per conseguire vantaggi competitivi e il 28% che sia una scelta obbligata per non essere escluse dal mercato di riferimento.

Fiducia e reputazione vanno a braccetto: quando si parla di comunicazione sula sostenibilità, il 54% dei consumatori dichiara di avere diversi livelli di fiducia e credibilità in funzione dell’azienda che la propone; il 31% la considera marketing e il 15% la prende in considerazione solo se è supportata da dati e/o da enti terzi. Nel valore del rapporto fiduciario entra in gioco la reputazione che l’azienda ha saputo costruire nel tempo.

Meno slogan e più fatti concreti e verificabili: lo chiede il 37% dei rispondenti in merito ai contenuti, mentre una percentuale di poco inferiore (30%) chiede spiegazioni semplici sul perché  un certo intervento abbia effetti sullo sviluppo sostenibile, integrando le informazioni dell’azienda con dati di enti terzi (27%) ed evidenziando i limiti, le difficoltà, i rischi di insuccesso di un determinato progetto (26%).

Toccare con mano l’impegno delle IdM premia: in fatto di ambiente in consumatori apprezzano azioni per la riduzione del consumo di risorse naturali e di energia lungo tutta la filiera, la progettazione di prodotti a minore impatto ambientale, gli investimenti in energia pulita, l’introduzione di packaging sostenibile; in ambito economico, la domanda si concentra sulla restituzione e il reinvestimento sui territori in cui opera l’azienda e l’equa remunerazione lungo tutta la filiera; sul fronte sociale, non viene meno la richiesta di inclusione e rispetto dei diritti, la promozione di lavoro stabile e di qualità, l’eliminazione di discriminazioni di genere.

Centromarca avverte: la sostenibilità è ancora centrale per la comunicazione di marca, con meno slogan e più fatti concreti ultima modifica: 2025-10-13T12:39:05+02:00 da Redazione

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