Presentato a IF! United for Respect, piano d’azione di medio-lungo periodo per la trasformazione culturale delle agenzie

UNA, ADCI, OBE e IAB Italia hanno presentato le azioni messe in campo contro sessismo e molestie. Arduini, “Ci mettiamo la faccia, certi comportamenti non sono più tollerabili”. Progressi monitorati nel tempo

Non è una rivoluzione, con teste che rotolano e tricoteuse, né si farà in un giorno, ma un processo di trasformazione culturale che richiederà tempo e dovrà toccare la società tutta, non solo l’ambiente della comunicazione, anche se dall’advertising ha preso il via con il #metoo di denuncia di sessismo e molestie.

Alle azioni messe in campo dal tavolo interassociativo che raccoglie UNA, ADCI, OBE e IAB Italia è stata dedicata l’apertura della due giorni in presenza di IF!, preceduta da una stringente analisi della professoressa Chiara Saraceno sulla rappresentazione della società che dà la pubblicità.

Il piano d’azione sarà di medio-lungo periodo, per lavorare su una trasformazione culturale, cominciando dal capire come dare risposta a questa consapevolezza. Il primo passaggio è stato la misurazione grazie alla collaborazione con Methodos, per un’indagine, e ValoreD per utilizzare l’Inclusion Impact Index + e verificare il livello di inclusione delle aziende su genere e altre diversità con un self-assessment e la possibilità di misurarsi in modo anonimo, con altre realtà della stessa dimensione.

“Ci mettiamo la faccia, certi comportamenti non sono più tollerabili e vogliamo fare qualcosa di concreto, sostenendo il cambiamento culturale e combattendo tutto quello che non va nel nostro settore”, ha detto Davide Arduini, presidente UNA, annunciando anche una Carta della Comunicazione, sebbene le associazioni possano suggerire buone pratiche, ma non possano imporre alcun che.

Il contesto non aiuta: l’Italia è complessivamente molto indietro, ha sottolineato Barbara Falcomer, managing director di ValoreD, con la 79ma posizione (e 16 punti in meno rispetto al 2022) su 146 paesi quanto a indice di inclusione delle donne nel Global Gender Gap del World Economic Forum. “Non dobbiamo temere di dire che abbiamo una tradizione culturale patriarcale”, ha aggiunto Falcomer la cui associazione oggi conta 350 aziende, metà sussidiarie di multinazionali e metà aziende nazionali, con una crescita delle PMI che permetterà di coinvolgere una catena di filiera.

La ricerca di Methodos servirà da osservatorio per monitorare i progressi fatti nel tempo, ha spiegato Filippo Muzi Falcone, partner e CEO della società di consulenza che accompagna le aziende nel processo di cambiamento. Muzi Falcone ha ribadito l’importanza di agire in profondità e di non aspettarsi trasformazioni rapide. “Il 70% dei cambiamenti culturali falliscono perché rispondono con azioni immediate che si limitano a tamponare, dano speranza, ma senza incidere”, ha aggiunto.

La situazione oggi registra – con un sondaggio su 500 individui (il 55% donne) con più di 10 anni di esperienza di lavoro – una forte consapevolezza personale, ma una scarsa percezione del problema all’interno dell’organizzazione per cui si lavora.

Apertura al confronto. Il cambiamento culturale non passa da liste di buoni e cattivi, ha ribadito Laura Corbetta, presidente OBE. “Vogliamo costruire qualcosa che duri nel tempo, con la massima apertura al confronto, invitando tutti a parlare ma in uno spazio di negoziazione che non impone alcun che a chicchessia”, ha aggiunto la presidente OBE che al tavolo inter-associativo porta una dote importante: il 40% degli associati all’Osservatorio Branded Entertainment è costituito da aziende che investono in comunicazione. Confronto che sarà sempre più allargato, ha detto Arduini ricordando che UNA è parte di Confindustria Intellect e che coinvolgerà, di concerto con ADCI, le diverse delegazioni territoriali.

Testimoniare è importante, ma l’advertising come costruttore di visioni del mondo spesso è un po’ complice, incentivando rappresentazioni molto sessualizzate della donna, ha avvertito Saraceno suggerendo “un po’ meno dissonanza tra quello che rappresento e quello che pretendo”. Non è solo un problema d’età, nonostante la gerontocrazia della classe dirigente.

A.C.

Presentato a IF! United for Respect, piano d’azione di medio-lungo periodo per la trasformazione culturale delle agenzie ultima modifica: 2023-10-09T10:58:03+02:00 da Redazione

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