Adci e UNA coordinate nel trovare soluzioni per evitare in futuro altri casi di molestie e sessismo nelle agenzie
I casi di sessismo e molestie nelle agenzie e nel mondo della comunicazione colpiscono il settore come uno tsunami. Voci e rumor che per anni si sono inseguiti senza approdare a vere e proprie denunce formali da parte delle vittime sono giunte ora sui media grazie ad alcune testimonianze.
Ricordiamo che, a livello globale, secondo una ricerca condotta da Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), Fondazione Lloyd’s Register e Gallup più di una persona su cinque – quasi il 23% – ha subito violenza e molestie di natura psicologica o sessuale nell’ambito di lavoro. E che solo la metà delle vittime lo ha rivelato a qualcun altro. Spesso solo dopo aver subito più di una forma di violenza e di molestie.
Adci e UNA, le associazioni che raccolgono i professionisti della creatività e le imprese di comunicazione, hanno deciso di coordinarsi su questo fronte.
Oltre ai comunicati e dichiarazioni ufficiali, veicolati sia da Adci che da UNA, i rispettivi presidenti hanno voluto commentare la situazione a margine della presentazione di IF! Festival.
«Condanniamo fermamente certi episodi e non vogliamo mettere la testa sotto la sabbia – ha detto Davide Arduini, presidente di UNA Aziende della Comunicazione Unite – ci stiamo coordinando con l’Adci convinti che si possano avviare iniziative comuni. Il 29 giugno si riunirà un consiglio direttivo con lo scopo di suggerire atti concreti».
«L’Adci – ha spiegato la presidente Stefania Siani – ha reso pubblica una nota in cui ci impegniamo a promuovere presso tutti i soci un atteggiamento di tolleranza zero sulle situazioni emerse dalle testimonianze. E’ nostra intenzione convocare i nostri soci all’interno di un’assemblea generale, da remoto, per raccogliere idee, suggerimenti e proposte concrete sul tema».
Oltre a condannare con fermezza ogni forma di sessismo e comportamenti lesivi della dignità delle donne, il testo Adci afferma che “con ogni mezzo e strumento a disposizione del club mobiliteremo risorse ed energie per promuovere una nuova cultura del rispetto e della responsabilità”.
Con le due associazioni di settore alleate nel trovare soluzioni perché il luogo di lavoro non diventi territorio di molestie sessuali, sarebbe auspicabile che contestualmente venga affrontato anche il tema più generale delle condizioni di lavoro di dipendenti e collaboratori.
Se l’argomento molestie in tutti questi anni è rimasto sepolto nel silenzio o solo velatamente accennato nei corridoi, le denunce sui social a riguardo di bullismo, mobbing e sfruttamento nel settore non sono mai mancate negli anni (l’ultima, nel novembre 2022 attraverso il movimento anonimo Gentilissima Rivolta) dando voce a un malessere diffuso per la tossicità di diversi ambienti di lavoro. Una riflessione che potrebbe o dovrebbe vedere coinvolte anche le aziende.