Partner del progetto di GroupM è l’organizzazione nonprofit Internews, che garantirà ai clienti di Wpp accesso a testate affidabili in 60 paesi
Con la stampa ormai fanalino di coda nella raccolta pubblicitaria e le inserzioni digitali che non colmano il vuoto di investimenti, le testate di informazione fanno sempre più fatica a far quadrare i conti. Contestualmente disinformazione e manipolazione del consenso attraverso canali online di dubbia origine stanno danneggiando la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni.
In questo scenario si colloca la nuova iniziativa di GroupM Back to News (BTN) che supporta il re-investimento dei budget media in editori affidabili che praticano giornalismo responsabile.
Partner del progetto è l’organizzazione nonprofit Internews, che garantirà ai clienti di GroupM un accesso a testate affidabili e di qualità locali, nazionali e internazionali. Internews già conduce l’iniziativa Ads for News che aiuta brand e agenzie a raggiungere audience attraverso più di 10mila testate di news locali.
I siti di informazione e i loro domini vengono verificati da Ads for News e possono essere pianificati attraverso la lista di BTN per ciascun mercato dei 50 coperti fin ora dal progetto, private marketplace o con un pacchetto di inventory vendute all’asta. Entro fine anno il programma punta ad aggiungere alla lista testate di 60 paesi nel mondo.
Il progetto vuole anche sfatare il pregiudizio per cui i brand sarebbero danneggiati dal giornalismo, che per sua natura tratta anche di temi spiacevoli rischiando dunque l’esclusione a causa di block list troppo restrittive.
Tuttavia uno studio di IAB ha verificato che la pubblicità affiancata alle notizie ha un impatto positivo o neutro sull’84% dei consumatori, il 43% dei quali dimostra una propensione all’acquisto e il il 39% consiglierebbe brand che scelgono di fare pubblicità su siti di notizie. Secondo un altro studio di Integral Ad Science gli annunci su siti di informazione di qualità sono il 74% più graditi e ottengono un coinvolgimento superiore del 20% rispetto agli stessi annunci su siti di qualità inferiore.
“Crediamo che la pubblicità possa svolgere un ruolo importante nel combattere la disinformazione sostenendo la creazione di realtà condivise radicate in un giornalismo affidabile e basato sui fatti” commenta Kieley Taylor, GroupM’s Global Head of Partnerships.