L’abissale disparità rilevata da Warc, che per l’Italia nel 2019 prevede segno positivo con una crescita del 2,2% ma il suo peso sul totale investimenti in Europa si riduce di una frazione di punto
Si basa sui dati di 96 paesi la stima dell’andamento pubblicitario per il 2019 stilata da Warc, che indica una crescita degli investimenti pubblicitari globali del 4,3% pari a un valore di 616 miliardi di dollari. Anno dispari privo di grandi eventi sportivi, la crescita sarà un po’ più bassa rispetto a quella del 2018 che è stata in assoluto l’annata più forte dal 2011 a questa parte.
Internet cresce del 12,1% e raggiunge una quota del 46,7% sul totale investimenti – negli USA la metà è già stata superata e la quota tocca il 54% – ma all’interno del comparto ci sono andamenti profondamente divergenti. La ricerca infatti mostra gli investimenti pubblicitari online degli operatori che non siano Google e Facebook in calo del 7,2%, pressati dallo strapotere dei due colossi. I quali, parallelamente, crescono del 22% e da soli valgono ormai una quota del 61,4% – era il 56,4% lo scorso anno – dell’intero mercato pubblicitario online.
All’interno di internet il mobile crescerà del 21,9% diventando il secondo canale pubblicitario. Tuttavia nei 12 principali mercati considerati da Warc – Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Russia, UK, US – il mobile dovrebbe superare la tv quale maggior medium pubblicitario.
La tv comunque resta il mezzo più ricco preso singolarmente, anche se in calo dell’1,3% rispetto allo scorso anno, ma considerando che dal 2011 registra una continua e lenta crescita dello 0,4% all’anno.
Stampa ancora in calo, con un -9,5%, che spinge le testate a diversificare per non soccombere. L’out of home invece viene dato in crescita, in special modo il digital out of home che traina la crescita del mezzo a +2,3%. La radio cresce dell’1% mentre il cinema brilla con un +7,7%, univo mezzo oltre al mobile che quest’anno non perderà quote di mercato.
James McDonald, Data Editor di Warc, commenta «Mentre gli investimenti pubblicitari mantengono una quota stabile dello 0,7% sul Pil globale, le correnti sotterranee sono cambiate drammaticamente. I soldi investiti negli editori online che non siano Google o Facebook sono oggi in calo, con ripercussioni che saranno probabilmente molto rilevanti sul fronte della perdita di posti di lavoro. Stampa a parte, anche se fin ora gli altri mezzi hanno retto anche la loro quota si sta riducendo».
A livello regionale l’Europa Occidentale rallenterà la crescita, dal 9,2% del 2018 al 3,5% di quest’anno. Pressapoco lo stesso è atteso per l’Italia la cui crescita cala dal 6,8% del 2018 al 2,2% di quest’anno; a valore gli investimenti saliranno dai 9,7 miliardi di dollari dell’anno scorso ai 9,9.