Roberto Lanzi, operating officer di Sanrio, spiega perchè è un’icona globale. Ma l’Italia è un paese morto
I personaggi sono un business, ed Hello Kitty – ideata 37 anni fa dalla giapponese Sanrio – è un’icona globale. Piace a molti (non a tutti, è chiaro), di età variabile tra i 5 e 50 anni e, insospettabilmente, non solo donne. Bella prova per un personaggio che non ha un cartoon (in realtà ce l’ha davvero da poco tempo) e non ha una storia ufficiale, l’esatto opposto degli altri omologhi della character industry.
Lo spiega Roberto Lanzi, operating officer di Sanrio, italiano (con un passato da rocker, ci tiene a specificare) che da 25 anno lavora per l’azienda giapponese, all’interno del seminario ‘Asian Diversity – Le nove vite di Hello Kitty’ organizzato da Dentsu. Lo intervista Akira Kagami, presidente della Dentsu New School. «Hello Kitty ha successo in tutto il mondo e il tutto è frutto di una strategia articolata, e non facile. Siamo partiti dalla moda, perché la gente vive insieme alla moda, ma poi abbiamo allargato con collaborazioni e comarketing a tutti campi possibili e immaginabili del lifestyle. Kitty è dappertutto. Merito anche di tutte le iniziative non convenzionali con artisti che la avvicinano al mondo in cui viviamo tutti i giorni. Una di queste è con Lady Gaga. Cerchiamo di cogliere stimoli underground, attraverso la street art, ad esempio lavorando insieme a Obey. E poi c’è Art Basel Miami».
Ma per capire meglio bisogna andare alla radice. «Hello Kitty è un’icona di assoluta semplicità. Legata a un messaggio sempre positivo, al sorriso. Imperturbabile rispetto alla politica, all’economia. Ad ogni latitudine. Ogni paese ha un suo design team che localizza l’immagine del personaggio a seconda del luogo: così come in Giappone, in America, in Europa e negli Emirati Arabi. Ad esempio a Dubai hanno realizzato un’affissione di 20 metri con un’enorme Kitty velata: ‘Happy Ramadan’ diceva».
Ma come nasce Hello Kitty? «Pensando ‘out of the box’, con la mente aperta e in un modo totalmente diverso rispetto a quello che si usa in America o in Europa. Quando iniziamo un progetto non pensiamo ai soldi. E’ questo che ci dà la possibilità di essere veramente creativi. Kitty non ha una storia? Ne ha milioni, di storie personali. Le uniche che abbiano senso». In chiusura Lanzi ha individuato l’Africa come il mercato del futuro. «Avevo dedicato tanti investimenti all’Italia. Ma è come vivere in un paese morto. Lontano anni luce dal Marocco e perfino dall’Angola per la loro energia ed entusiasmo»
quick Portfolio: Dentsu – Asian Diversity
Due campagne presentate nell’occasione da Dentsu.
Honda ha creato all’indomani del terremoto dello scorso anno in giappone un sistema che indicava ai cittadini le strade bloccate.
http://youtu.be/NG6reI3VXg4
Il tè malese Boh ha invece evitato investimenti pubblicitari trasformando in media il prodotto.
Il the malese Boh trasforma il prodotto in media (clicca per vedere la case history)