«Molti brand utilizzano le celebrity come modelli. A mio parere sono ridicolmente indietro nel modo di comunicare, e questo tipo di endorsement non fa per me». Così il dj e producer David Guetta sul palco del Grand Audi di Cannes Lions, intervistato da Maurice Levy, presidente di Publicis Groupe, che lo interroga su spirito e corretta esecuzione del celebrity endorsement, pratica a cui Guetta si presta come nel caso di MUMM e Tag Heuer. «Il mio prodotto sono io stesso. Così accetto di collaborare con un brand solo se questo mi permette di fare quello che faccio, ma meglio: ovvero fare musica e intrattenere la gente. Ad esempio è avvenuto con lo champagne MUMM: di soldi nel mondo della musica non ce ne sono più, e con quelli del brand ho potuto realizzare un video digitale e un’esperienza interattiva in un modo che altrimenti non sarebbe stato possibile». Secondo Guetta, “questo era un placement che aveva senso” e ha permesso al brand di aumentare le vendite del 14% e di riacquistare rilevanza e il favore dei più giovani.
David Guetta “testimonial sì, ma solo se il brand mi permette di fare quello che faccio, ma meglio”
David Guetta “testimonial sì, ma solo se il brand mi permette di fare quello che faccio, ma meglio”
ultima modifica: 2015-06-26T14:14:28+02:00
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