Simona Maggini, Country Manager Wpp Italia, e Massimo Beduschi, Chairman WPP Italia e CEO GroupM, sullo stato del mercato e sull’organizzazione del gruppo
A margine – ma su Teams – del Forum Wpp The European House – Ambrosetti, Simona Maggini, Country Manager Wpp Italia, e Massimo Beduschi, Chairman WPP Italia e CEO GroupM, hanno commentato lo stato della comunicazione in Italia, la nuova governance del gruppo, il confronto con un mondo che verrà profondamente diverso da quello che conoscevamo.
“Siamo ancora il paese di ‘Carosello’ e non ancora quello di Kotler: la comunicazione in Italia non è vista dai CEO come asset intangibile, per questo è la prima a subire tagli nei momenti di crisi, ma è per questo che organizziamo il Forum WppThe European House – Ambrosetti, perché si dia un nuovo valore alla comunicazione, non solo per il gruppo, ma per tutta la industry”, hanno riassunto insieme Simona Maggini, Country Manager Wpp Italia, e Massimo Beduschi, Chairman WPP Italia e CEO GroupM, che si sono soffermati sulla nuova governance di Wpp, meglio strutturata per affrontare un mondo nuovo e trasformato da covid-19, sui talenti e la nuova organizzazione del lavoro, il mercato tra new business, gare e purpose brand.
L’organizzazione interna è in fase di revisione e costruzione, con una configurazione che vede Wpp in un ruolo trasversale al servizio delle agenzie del gruppo. Collaborazione enfatizzata anche dalla creazione del Leadership Team di cui fanno parte i 14 CEO, ognuno con delega ad argomento specifico, del Creative Council formato dai Chief Creative Officer e dai direttori creativi esecutivi, dei tavoli tecnici dedicati a tech e data management & integration. Un’offerta “super-integrata con cui ci stiamo preparando a entrare nel nuovo campus”, ha spiegato Beduschi, e un’organizzazione che prevede che le agenzie si muovano da sole, insieme o facciano cherry picking di talenti. “L’obiettivo non è solo cogliere ogni opportunità di new business, ma dare ai clienti il miglior servizio”, ha sottolineato Maggini.
Il gruppo in Italia dovrebbe chiudere meglio rispetto all’internazionale con un -5,3%. “Abbiamo incamerato solo la perdita fisiologica di marzo/maggio, recuperando nel 3Q trainato dall’ottimizzazione e da un’ottima performance del new business sia internazionale che locale”, ha detto Maggini. Quanto alla gestione del lavoro, dopo “lo shock di marzo ci siamo abituati, in remoto abbiamo fatto gare e ne abbiamo vinte”, mentre sembra quasi più difficile la gestione ibrida di adesso, con gli uffici aperti e la scelta se lavorare da remoto o no. Il trasloco di tutte le strutture in contemporanea nel campus è ora fissato a settembre 2021.
Il mercato: Beduschi ha confermato una forchetta tra il -10% e il -13% per il 2020, “molto dipende dalle prossime settimane”, come già anticipato nel corso dell’incontro di PwC del 29 ottobre.
Le gare sono il punto dolente, anzi Maggini le ha definite “un flagello economico”, per il costo in ore/lavoro che toglie tempo ai clienti, ma anche alle persone minando il loro work/life balance.
Le sfide future sono legate alla convivenza con covid-19, a un mondo che verrà profondamente diverso da quello che conoscevamo, al confronto con la nuova generazione Alpha profondamente cambiata da pandemia proprio nel momento della sua formazione. Per Maggini è anche finita la dicotomia tra comunicazione istituzionale – di cui si è vista una grande fioritura durante la prima ondata della pandemia – e di prodotto, finita “perché si è infranta contro l’omnicanalità così rotonda che non si può più spacchettare” e perché i messaggi valoriali possono passare, ormai, anche da una comunicazione di prodotto.