La mission del Gruppo è ripensare e costruire esperienze di marca end-to-end sempre più integrate e innovative, co-creando i progetti insieme ai clienti e sfruttando al meglio le competenze iper-verticali delle proprie business unit
Uniting Group, archiviato un 2021 in forte crescita che in 12 mesi ha portato il gruppo a superare i 110 dipendenti e lanciare due nuove vertical unit (che si aggiungono alle tre già operative), si ripresenta al mercato con una value proposition e un modello operativo profondamente trasformati.
«Ormai è da più di un anno che lavoriamo per preparare il nostro nuovo posizionamento, che ci vede sfidare il tradizionale modello di business di ‘gruppo integrato di comunicazione’, a favore di un ecosistema di realtà specializzate e iper-verticali. In Uniting non ci limitiamo ad offrire servizi ma ascoltiamo e individuiamo opportunità in ottica di partnership – afferma Alessandro Talenti, ceo di Uniting Group –. Da oggi ci trasformiamo in una ‘co-creation platform’, definizione che esprime molto bene le nostre caratteristiche operative e funzionali: non un gruppo di comunicazione integrata ma una piattaforma di competenze orchestrate per ascoltare e supportare i brand nelle sfide sempre più complesse del presente».
Il nuovo modello operativo, infatti, si fonda sulle potenzialità del network dell’azienda e sfrutta le competenze iper-verticali delle cinque business unit (All Communication, Kiwi, Flu, aBit, Freshhh), coordinate attraverso la funzione del “board of Uniting”: una linea di management che offre un ruolo strategico di orchestration per mettere a sistema, nel migliore dei modi, expertise specifiche, garantendo così innovazione e crescita di valore per i brand.
«Il lavoro fatto sul nuovo modello organizzativo parte da una profonda analisi della domanda e dello scenario competitivo, sempre più ‘affollato’ e reso incerto da investimenti volatili. È per questo motivo che abbiamo sfidato le convenzioni, identificando iper-specializzazione e capacità di cooperare attraverso modelli codificati come le nostre killer features – prosegue Giancarlo Sampietro, chief business & innovation officer di Uniting Group –. Attraverso la nostra co-creation platform siamo in grado di fare innovazione continua come dimostrano le nostre vertical unit, i prodotti tecnologici ed i nostri format proprietari in fase di lancio. Un modello che porta benefici soprattutto ai nostri clienti, a cui offriamo una gamma di competenze iper- verticali tra le più vaste presenti sul mercato ed una capacità di ascolto, analisi, consulenza e co-creazione unica nel suo genere, riassunta nel nuovo payoff».
IL REBRANDING
È evidente anche a livello visivo la trasformazione del Gruppo, grazie a un rebranding che ha interessato lo storico logo, con la ‘U’ iniziale ridisegnata come il pittogramma di una città divisa in vari quartieri, richiamando così la nuova narrazione dell’azienda. Si tratta di una brand identity dinamica, pensata per poter essere completamente personalizzata (salvo alcune linee guida), così da lasciare totale libertà di espressione, senza però intaccarne l’identità stessa.
Anche il payoff “we co-create worlds of experience” nasce come tassello del rinnovato ecosistema e consente di sottolineare nuovamente l’importanza del tema della co-creazione, vero “territorio” e valore differenziante del Gruppo, oltre che rappresentare la vastità e profondità di competenze in grado di supportare i brand a costruire veri e propri mondi esperienziali per i consumatori di oggi e di domani.
A riprova di come la vision di Uniting Group non sia solo una promessa da realizzare, ma una realtà già concreta, il nuovo modello operativo e value proposition sono stati condivisi a tutti i dipendenti durante la convention “U-day 2022”, rendendoli parte attiva di un processo di evoluzione che costruisce la propria credibilità nella condivisione di valori come inclusività, sostenibilità, etica del lavoro ed employee engagement.
L’evento è stato infatti realizzato in modo sostenibile grazie alla compensazione delle emissioni GHG connesse all’utilizzo di energia elettrica diretta, attraverso l’acquisto di crediti di carbonio attestati da Audit in Italy secondo le procedure internazionali degli standard ISO sui GHG.