La piattaforma editoriale di podcast audio Storielibere ha lanciato la sua prima campagna di equity crowdfunding con Mamacrowd.
Partita il 25 giugno, la campagna di Storielibere dopo 1 settimana ha raggiunto 2/3 dell’obiettivo minimo e ora punta all’obiettivo massimo con un piano di sviluppo che prevede di utilizzare oltre metà dell’aumento di capitale per la realizzazione di nuove produzioni e il resto per strutturare meglio la parte commerciale e creare un’app.
“Avevamo progettato il crowdfunding in gennaio, con altri obiettivi, a inizio marzo abbiamo deciso di cancellarlo, ma la crisi covid ha dato ai podcast possibilità prima inimmaginabili di essere scoperti da nuovi ascoltatori”, spiega Rossana de Michele, founder e CEO di Storielibere.
Nei primi 2 mesi di clausura gli ascolti sono cresciuti del +35% e nei primi 5 mesi dell’anno la piattaforma ha realizzato ricavi 4 volte superiori a quelli del 2019, avvicinandosi all’obiettivo del 2020, così il progetto di crowdfunding è ripartito, con un profilo più basso, obiettivi a medio termine e “per dare un segnale: questa è diventata un’industria, non è più un hobby per publisher”, aggiunge de Michele. Già l’ingresso di Spotify (che ha il 70% del mercato podcast), con l’apertura al mondo Android, aveva dato un’accelerazione, ma la crescita si era assestata, rallentando. Poi è arrivata la spallata del covid che non solo ha fatto crescere la platea di ascoltatori, ma ha cambiato anche le abitudini di ascolto, aumentando quello in casa (in Italia la penetrazione degli smart speaker è al 18%), e la diffusione.
“La parola podcast è entrata nel vocabolario degli italiani, secondo Blogmeter in marzo e aprile l’argomento digital audio in rete ha interessato il 70% in più di persone rispetto a prima della clausura e il tema podcast ha monopolizzato il 91% delle conversazioni”, dice Gian Andrea Cerone, strategic development e founder della piattaforma che ha siglato un accordo triennale con Audible per la produzione di serie podcast originali in esclusiva, un incontro che Marco Azzani, country manager Audible Italia, descrive come “un vero e proprio colpo di fulmine”.
Punto di svolta. La crescita degli ascolti, coltivata con la produzione di contenuti di qualità che costituiscono una vera e propria library di ‘longteller’, ha prodotto per Storielibere anche la scoperta da parte di grande aziende investitrici che hanno iniziato a dirottare parte dei budget dal video all’audio.
Sono nate così 2 nuove produzioni per Unilever con il brand Lysoform – ‘C’era una volta e c’è ancora’, favole per bambini narrate dalla scrittrice Melissa Panarello, e ‘Senza filtri’ dello youtuber Tommy Cassi per gli adolescenti – e l’accordo con Buddy Bank (Unicredit) per la produzione di uno spin-off di Morgana intitolato ‘Sono io l’uomo ricco’ e dedicato all’empowerment finanziario delle donne (il primo episodio esce venerdì 17).
“Ed è solo l’inizio”, commenta de Michele a proposito di un “dialogo con i brand e con altri editori che è diventato una realtà” anche se l’Italia non ha ancora recuperato il gap rispetto a mercati come gli Usa sul fronte dell’advertising. Anche la didattica sta andando molto forte, dopo l’accordo con Scuola Holden è arrivato anche quello con Bellville e con il Master di Ca’ Foscari, e cominciano a prendere forma modelli di business condivisi.
I numeri. A maggio 2020 Storielibere ha superato i 4 milioni di download, con oltre il 60% degli utenti che risiede fuori dai grandi centri urbani, un pubblico di istruzione medio-alta: “sono numeri precisi e puntuali, anche se diventano secondari quando si condivide un contenuto premium e grazie al fatto che il podcast permette una verticalità di contenuti che nessun altro medium ha”, dice de Michele. L’abbonamento, poi, fidelizza, se si è iscritti a una serie la nuova puntata si scarica automaticamente sul dispositivo, le aziende possono fare scouting tra storie e narratori e un pubblico in attesa, “un meccanismo che permette un apparentamento valoriale dove la differenza è fatta dalla qualità dei prodotti”.